Terremoto, qualche dato demografico per ragionare di ricostruzione
Il sindaco di Arquata ha messo subito i piedi nel piatto: la gente vuole ricostruire dove erano le case distrutte. Una questione mica da poco, che già fu sollevata 35 anni fa in occasione del sisma campano-lucano. Allora fu il professore Rossi Doria a segnalare l’opportunità di riallocare a valle centri che si andavano spegnendo per spopolamento. Oggi la povertà demografica è considerato un fattore talmente negativo da mettere a rischio le stesse sorti della Basilicata, minacciata di smembramento. I dati dei tre comuni distrutti dal terremoto sono del tutto omogenei: popolazione in calo da cento anni, piccoli centri abitati con un massiccio insediamento rurale in un territorio molto vasto (tanto che Accumoli e Arquata del Tronto condividono il record con un comune dell’estremo occidente piacentino di confinare con tre regioni), una notevole capacità di attrazione turistica, in particolare Amatrice, luogo di culto enogastronomico. Ma vediamoli nel dettaglio:
Comune Residenti Superficie Frazioni
Amatrice 2650 174 kmq 67
Arquata 1178 92 13
Accumoli 667 87 17
Giusto per dare un termine di paragone, Nappoli ha 117 chilometri quadrati di superficie.
Questo è l’istogramma dell’andamento demografico di Arquata del Tronto
Due i picchi delle ondate emigratorie: negli anni Venti (verso Roma?), negli anni Sessanta (verso il triangolo industriale). Nel decennio della prima grande fuga (anni zero del secolo, all’estero, oltre Oceano) la popolazione invece era aumentata. Negli altri decenni il movimento è più morbido ma costante nella direzione. Lo stesso andamento si registra ad Amatrice:
L’unica variazione è che la fuga del dopoguerra è spalmata in due decenni: comincia negli anni 50 e prosegue nel decennio successivo, con due spallate di -25% della popolazione. Leggermente diversa la curva per Accumoli.
La punta massima è nel 1911, il tracollo demografico negli anni sessanta, poi prosegue una lenta costante fuga … Tutti e tre i Comuni in un secolo hanno perso tre quarti della popolazione. Quanto del patrimonio edilizio è rimasto abbandonato per decenni, quanto è stato recuperato, grazie alle misure comunitarie delle ultime Pac, per uso (agri)turistico? Quante domande, vedremo le risposte.
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