Vero o falso? Caterina: che i carcerati si suicidino. E se la vivisezione rallentasse la ricerca?

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finalmente una parola intelligente e acuta, uno stiletto perfetto! il vero giornalismo d’inchiesta, che penetra dietro ogni facciata; e un fiuto formidabile! grazie alla giornalista e grazie al giornale che la ospita.

Ugo Maria Tassinari‘s insight:

Un argomentario civile contro la vivisezione e un ragionamento critico contro l’estremismo animalista. Firmato Alessandra Colla:

http://gallineinfabula.wordpress.com/2013/12/30/umani-troppo-umani/

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Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Vero o falso? Caterina: che i carcerati si suicidino. E se la vivisezione rallentasse la ricerca?

  1. “Che i carcerati si suicidino pure”;
    pensavo che la sofferenza aprisse la mente delle persone,ma questa é proprio una frase da stronzi.
    Chi va a finire in galera ha,spesso,problemi di vario tipo alle spalle,anche psichiatrici.
    Nelle carceri é molto difficile anche venire curati per le varie affezioni mentali.
    Caterina Simonsen dovrebbe imparare ad avere pietà nei confronti di chi vive disagi indescrivibili e farsi un esame di coscienza,dato che sembra non sirenda conto di quanti patimenti debbano sopportare certi “delinquenti”.
    Diciamo pure che é stata molto,molto fortunata a non soffrire di una malattia mentale devastante quanto la sua fisica,perchè adesso non starebbe qui ad insultare come una nazista delle creature umane delle quali non sa nulla,ma rinchiusa in una qualche RSA,sedata e immobilizzata su di un letto,senza una vera terapia curativa,oppure a far la guerra alla propria malattia in una struttura adeguata,spesso di tipo comunitario,dopo essersi fatta conunque il carcere per il reato commesso;e in molte strutture valide é difficilissimo entrare,sia per i costi che per le richieste.
    Mi sto anzi chiedendo quanto lo Stato stia spendendo per lei,mentre tanti casi difficili ma in teoria recuperabili,
    peggiorano per mancanza di frequenti colloquii con gli psicoterapeuti,o ingrassano come buoi perchè li gonfiano di farmaci ;e mentre lei ha frequentato l’ università,questi poveri cristi al massimo riescono a strappare un diploma alla loro condizione.Insomma
    datemi pure dell’ infame,ma ha cominciato lei.

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