Giornalista terrorista, per non dimenticare …
Mi piaceva il centro sociale occupato quando era veramente occupato.
Ora è “legalizzato”. E nella legalizzazione c’è il compromesso, il basso cabotaggio.
Mi piaceva il centro occupato quando “né con voi né con loro”.
Ora invece è la clava telecomandata da Palazzo.
Mi piaceva il centro sociale. L’ho frequentato nel tempo libero ma quando si trattava di fare il giornalista non ho mai abdicato.
Mi piaceva, l’occupante. Poi ho capito che per certi “giornalista infame” non era una etichetta goliardica, ma vera convinzione quando tocchi certi argomenti.
Mi piaceva, il centro sociale. Ma poi ho scoperto che io non piacevo a lui.
È tutta vita.
Così Ciro Pellegrino, il redattore capo di FanPage, il popolare quotidiano online dalla linea rigorosamente sociale e antifa, sulla sua pagina facebbok, in polemica con gli antagonisti napoletani che da qualche tempo non perdono occasione per dargli addosso. Sulla stessa pagina troneggia una scritta minacciosa:
Inquietante, in questo caso, la perdita di memoria. L’insulto “giornalista terrorista”, infatti, ha piuttosto radici nell’opposta fazione. Valga ad esempio questa canzone decisamente brutta dei Peggior Amico, la storica band del rock anticomunista nata in Veneto nel 1986, agli albori del movimento skin:
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