Saluto romano, la Cassazione conferma: al Presente! non è reato

Uno dei temi della lunga chiacchierata con Anna Momigliano che è confluito nel suo ampio reportage sull’antisemitismo in curva, è stato la contraddittorietà della giurisprudenza e della prassi poliziesca sul saluto romano in curva. Io avevo fatto riferimento sia alla sentenza di Livorno che aveva assolto gli ultras veronesi sia al Daspo comminato poche settimane fa ai tifosi bustocchi per una foto pubblicata su Facebook. Così come, allargando il cerchio, alle pronunce contrapposte del Tribunale di Milano nei procedimenti paralleli per il presente 2013 e 2014 a Ramelli. Proprio oggi arriva da Roma la pronuncia della Cassazione, che conferma la non procedibilità. Lo rende noto, esultante, la principale imputata, Roberta Capotosti:
Oggi giornata storica. Si scrive una pagina eccezionale per tutte le generazioni di camerati e si riconosce, finalmente, la sacralità e la non punibilità del giusto tributo per i nostri Martiri, vittime incolpevoli dell’odio cieco comunista degli anni bui di questo Paese, in cui uccidere un fascista non era reato! Ebbene con oggi si sancisce che è “il Presente” a non essere reato. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile totalmente il ricorso del PM di Milano, Piero Basilone, che si era opposto al non luogo a procedere nei miei, come di altri, confronti dichiarato dal Gip Banci Buonamici nel processo di primo grado. Il mio ringraziamento va al mio avvocato, Ignazio La Russa, senza la cui professionalità, tenacia, passione e dedizione, non avrei/avremmo ottenuto questa sentenza storica, la prima nel suo genere, che ci auguriamo possa fare giurisprudenza per tutti quei processi ancora aperti e per tutte quelle ragazze e quei ragazzi ancora impegnati a difendere le nostre Idee nei Tribunali di tutta Italia.
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