Israele, inizia l’anno del terrore: 2 morti, 7 feriti nel bar dei gay

Dovevano colpire in Belgio come in Germania. E anche qui da noi, a Firenze. Ma alla fine i festeggiamenti per il Capodanno sono passati senza che le temibili armate clandestine della guerriglia islamista riuscissero a colpire in Europa. A funestare il 1° gennaio è arrivato un attentato anomalo, a Tel Aviv. Obiettivo: un pub. Responsabile: un arabo palestinese che non ha tirato fuori il coltello – come si usa da qualche mese – ma, con una dinamica ancora non chiarissima, ha imbracciato un mitra italiano in un negozio vicino poi ha fatto irruzione nel locale dove era in corso una festa privata (in Israele non è Capodanno), e ha fatto fuoco, sparando un intero caricatore: trenta colpi, due morti, sette feriti. Si è poi allontanato impunito, la caccia all’uomo (che è stato individuato) è in corso. Le indagini sono orientate sulla pista del nazionalismo palestinese.
I primi approfondimenti giornalistici concorrono a complicare il quadro: da una parte arriva la dichiarazione di un avvocato, familiare del presunto sicario, che lo descrive come una persona affetta da disturbi psichici. Dall’altra la precisazione che il locale teatro della carneficina è un bar gay, nella principale strada della movida … E quindi al tradizionale odio contro lo stato di Israele si potrebbe essere aggiunto, come elemento di ispirazione religiosa, la guerra alla “corruzione dei costumi”, che era già stata al centro dell’offensiva parigina del 13 novembre.
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