Colla replica a Carancini: da anni ho rotto con la destra, ho solo onorato l’impegno di un amico
Caro Ugo,
apprendo dal tuo blog di essere stata chiamata in causa a proposito di “intrighi inquietanti“.
Ora, poiché (come cantava il Signor G) “poi alla gente piace interpretare e fa ancora più casino”; poiché c’è gente (la medesima) che ha la brutta abitudine di parlare senza sapere come stanno le cose; e poiché non è sempre possibile spiegare per filo e per segno come si sono svolti i fatti — ecco che mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni:
1) Di “Orion” sono sempre stata il direttore responsabile (come prevedono le vigenti leggi sulla cosiddetta libertà di stampa): per la maggior parte del tempo ho anche contribuito a imprimere un certo orientamento alla rivista; in seguito c’è stata una parentesi in cui, da questo punto di vista, ho passato il testimone a Gabriele Adinolfi per poi riprenderlo negli ultimissimi anni di vita (anche telematica) del giornale (la testata non è morta, è sempre lì e chissà mai che un giorno…).
2) Da molti anni ormai non ho più niente a che fare con l’ambiente della destra nelle sue infinite sfumature: restano alcuni dei preesistenti rapporti personali, ma non c’è più alcuna contiguità ideale, progettuale, culturale, politica o esistenziale di sorta. Sul forum “Vivamafarka” sono rimaste, credo, tracce dello strappo consumato nel tempo.
3) Gira una foto che mi ritrae, insieme a Claudio Mutti ed altri, sotto l’emblema di Casa Pound. L’occasione era la commemorazione di Carlo Terracciano a cinque anni dalla scomparsa. Non mi piace parlare di me e dei miei sentimenti: ma Carlo Terracciano è stato, per me, un amico carissimo, un fratello e un maestro. Per ricordarlo, per far rivivere il suo pensiero e trasmettere il suo messaggio andrei ovunque — m’interessa la luna più che il dito. Per lo stesso motivo, oltre che per l’amicizia e la stima che mi legano a Claudio Mutti, ho accettato senza fatica e con entusiasmo di assumere la direzione responsabile della rivista “Eurasia”: progetto fortemente voluto da Carlo, e che avrebbe rischiato prima o poi di naufragare se non avessi accettato l’incarico.
4) Sull’Ucraina, non avrei bisogno di spendere neanche una parola: basta il mio percorso politico e culturale per capire abbastanza facilmente da che parte mi schiero. Ma poiché bisogna esprimersi, pare, a prova d’imbecille, ecco qua: non posso stare dalla stessa parte degli Stati Uniti. L’ho messo ripetutamente per iscritto, soffermandomi in dettaglio sui motivi, nel corso degli ultimi trent’anni: scusate se è poco. In questo frangente, io e chi sostiene i nazionalisti ucraini siamo sui lati opposti della barricata. Se e quando questa bufera sarà passata, forse con alcuni di loro ci si ritroverà, o forse no. Per adesso è così, e non c’è da cavillarci sopra.
Alessandra Colla
Alessandra Colla, nella sua replica, mi da dell’ignorante (“c’è gente … che ha la brutta abitudine di parlare senza sapere come stanno le cose”) e pure dell’imbecille ma mi pare che faccia tuttora parte dei miei “followers” su Scribd: https://www.scribd.com/acarancini/followers
La ringrazio della stima.
Nell’immagine seguente (anno 2011), da sinistra a destra: Alessandra Colla, Paola Frassinetti e Roberta Capotosti. Le Tre Rose di Eva…
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Chissà se oggi è in lutto pure Alessandra Colla …