Laura Fresu: Bolognesi, rimetti il nome di Maria tra le vittime della strage

Caro Ugo,

sono Laura Fresu, cugina di Maria Fresu, vittima della «Strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980».

Nell’ottobre del 2019, durante il processo all’ex NAR Gilberto Cavallini, egli stesso chiese – attraverso i suoi legali – la riesumazione dei resti di Maria, allo scopo di effettuare il test del DNA. Una volta riesumati i «resti» ed effettuato il test, si scoprì l’incompatibilità con Maria. Cioè: non era lei.

Io non ho competenze specialistiche per entrare nel merito di quelle analisi né delle indagini. È per questo motivo che attendo, con paziente fiducia, la conclusione delle stesse. Tuttavia, ci sono due aspetti che mi indignano.

Il primo riguarda il fatto che i fascisti, ovviamente, abbiano già cominciato la propria canea contro Maria Fresu. Proponendo una tesi aberrante secondo la quale era proprio Maria a trasportare la bomba in una valigia! Da quali prove è stata mai suffragata questa teoria?

Per quanto da me letto in un libro scritto da un’antropologa forense, un corpo umano – anche se colpito da una bomba come quella della «Strage di Bologna» – non può essere mai disintegrato completamente.

Tralascio però – anche in quanto da sempre e per sempre antifascista –questo elemento, che proprio i fascisti strumentalmente introdussero.

Ma, proprio da quel maledetto ottobre, la tesi del mancato ritrovamento del corpo è stata usata dai legali di Cavallini sia per la difesa del loro assistito che per «lavare» le vesti di Fioravanti, Mambro e Ciavardini.

I legali iniziarono a ipotizzare che quel lembo facciale appartenesse necessariamente alla donna che trasportava l’esplosivo.

E iniziarono a circolare volantini con la macabra immagine di quel lembo. Per fini strumentali, ripeto, e quindi a difesa di una verità di puro comodo. E in questo modo è quindi iniziata la «comoda» strumentalizzazione fascista di Maria Fresu.

Il secondo aspetto – che ancora oggi mi addolora assai – è relativo al comportamento di Paolo Bolognesi. Egli è Presidente (forse a vita?) della «Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980».

Con quella sua carica, Bolognesi è anche riuscito a fare carriera politica, facendosi eleggere – come indipendente – nelle liste del Partito Democratico.

Era lecito pensare che ci sarebbero state, proprio per questa sua presenza in quell’assise prestigiosa, maggiori possibilità che il Parlamento si occupasse di quella pagina nera della storia della Repubblica. E invece di quella vicenda Paolo Bolognesi non si è occupato. Mai.

Si è fatto però eleggere membro della «Commissione Moro», presieduta dall’on. Fioroni. Cosa ci facesse lì, Paolo Bolognesi, francamente lo ignoro.

Però, in questa sede, pongo il problema. Sia, dunque, Bolognesi stesso a renderci conto pubblicamente dei suoi «comportamenti politici» in Parlamento.

Intanto ti espongo alcune mie amare considerazioni sui comportamenti assunti da Bolognesi nei confronti di Maria Fresu.

Dopo il male che ha fatto a Maria io, e non solo io, considero Bolognesi non il Presidente dell’Associazione, ma il «Padrone» della stessa. Infatti, che Presidente è uno che abbandona al proprio destino – deciso da altri – una vittima di quella strage? Espunge il nome di Maria, pur mantenendo quello di sua figlia Angela, che all’epoca dei fatti aveva solo tre anni. Forse quel giorno la piccola Angela si trovava alla stazione di Bologna da sola, senza essere tenuta per mano dalla propria madre? Non è forse compito del Presidente dell’Associazione difendere ognuna delle vittime di quella strage?

Se Bolognesi ha tolto, nella sua pagina web, il nome e la foto di Maria Fresu dall’elenco delle vittime, non dovrebbe, per coerenza, recarsi alla stazione di Bologna per cancellare – munito di scalpello e martello – il nome di Maria Fresu anche dalle due lapidi, una esterna e l’altra interna alla stazione?

Non credo proprio lo farà. Ci vorrebbe, per una cosa del genere, del coraggio. Ma il coraggio non è prerogativa di chi, su questa vicenda, si comporta alla stregua di don Abbondio.

Maria è esistita, caro Ugo. È stata una meravigliosa e semplice ragazza che lavorava per crescere la sua bambina, e, a prezzo di sacrifici, per portarla in vacanza. Per questo si trovavano entrambe lì!

Infine, voglio fare un’ultima considerazione: la strumentalizzazione di Maria è, ripeto, già in opera. I fascisti – ovviamente – fanno quello che hanno sempre fatto, lo sappiamo, per buttare fumo negli occhi e distogliere dalla verità su quella strage. Ora lo fanno «usando» Maria Fresu! Ma anche Bolognesi, col proprio comportamento, ha dimostrato di essere un cinico uomo di potere. Solo in questo modo, probabilmente, egli può sperare di mantenere la propria posizione – politica certo, nient’affatto umana – di «Padrone» dell’Associazione che dovrebbe soltanto presiedere nell’interesse comune e – possibilmente – non «a vita».

Nel nome di Maria Fresu – mia cugina – io sento il Dovere di difendere la sua Memoria. Lei non è più in grado di farlo da sola. È necessario che Maria torni a essere «vittima oggettiva» di quella strage. È necessario che il suo nome e la sua foto vengano rimessi al posto dove stavano, da decenni, nel sito web di Paolo Bolognesi.

Io questo posso e devo fare: nel suo ricordo, quel ricordo che mi ha portato, mi porta e mi porterà ad andare avanti, nella speranza –che spero un giorno possa diventare certezza – di ottenere per Maria la Giustizia e la Verità che merita.

Per come sono fatta, nel bene e nel male, sappi che mi ritengo sufficientemente coraggiosa nel perseverare. Perché Maria non può – NÉ DEVE – essere uccisa due volte: la prima da viva, la seconda da morta. Io non lo consentirò!

Ti ringrazio, salutandoTi con molta cordialità, per l’attenzione e l’ospitalità. Tua

Laura Fresu

Roma, domenica 6 settembre 2020

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 commento su “Laura Fresu: Bolognesi, rimetti il nome di Maria tra le vittime della strage

  1. Intervengo nella discussione nata dalla lettera di Laura Fresu a Ugo Maria Tassinari, in merito alla “scomparsa” del nome di Maria Fresu dall’elenco delle vittime della strage.
    Da una piccola ricerca nel sito web.archive.org la prima evidenza della pagina dedicata alle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 nel sito dell’Associazione dei familiari delle vittime http://www.stragi.it è del 5 giugno 2004.
    https://web.archive.org/web/20040605193529/http://www.stragi.it/index.php?pagina=vittime
    In essa compare l’elenco delle 85 vittime identificate. I nomi di alcune di esse sono in azzurro e sottolienati. Cliccando su questi nomi si apre una scheda con la foto della vittima e una sua breve biografia.
    I nomi di Angela Fresu e Maria Fresu, come quelli di molte altre vittime, sono in nero e non contengono alcun link.
    Il 27 maggio 2007, tutti i nomi delle vittime hanno una scheda associata, tranne quello di Maria Fresu che rimane scritto in nero e senza alcun link. La scheda di Angela Fresu contine solo la foto della bimba e nessun cenno biografico tantomeno alla madre Maria.
    https://web.archive.org/web/20070527175343/http://www.stragi.it/index.php?pagina=vittime
    https://web.archive.org/web/20060506142426/http://www.stragi.it/vittime.php?nome=angelafresu
    Il cambio di grafica al sito, ove l’elenco testuale delle vittime viene sostituito con le foto avviene nel corso del 2017. La prima evidenza è del 22 novembre. Coerentemente con quanto avvenuto per la lista testuale, il nome (e la foto) di Maria Fresu non compare. Nella scheda di Angela oltre alla foto della bambina, vi è una breve biografia in cui è riportato il nome di Maria e la frase: “Di cui non si hanno più tracce”.
    https://web.archive.org/web/20171122002209/http://www.stragi.it/index.php?pagina=vittime
    https://web.archive.org/web/20150703004901/http://www.stragi.it/vittime.php?nome=angelafresu
    Questo trattamento riservato al nome ed eventualmente alla foto di Maria, disponibile da sempre, risulta effettivamente un’anomalia. Purtroppo, infatti, tra le vittime della strage ci sono altri casi di intere famiglie distrutte, ad esempio la famiglia Mader, la famiglia Mauri, la famiglia Fresa Frigerio, la famiglia Lauro, la famiglia Salvagnini Trolese, la famiglia Zecchi. In alcuni casi nella foto dedicata alcuni componenti la famiglia non sono presenti, ma i loro nomi sono comunque riportati.
    In altre parole se qualcuno volesse produrre l’elenco completo delle vittime della strage limitandosi a rilevarlo dalla pagina loro dedicata nel sito dell’Associazione, produrrebbe un elenco di sole 84 vittime. Manca proprio Maria Fresu “di cui non si hanno più tracce”.

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