Napolitano, il capo della banda. Rivelli riflette sul rispetto dovuto alle Istituzioni
Spesso mi sono domandata se le Istituzioni debbano essere rispettate sempre e comunque e altrettanto spesso ho risposto a me stessa affermativamente; tuttavia – ho anche molte volte riflettuto- le donne e gli uomini che le Istituzioni le rappresentano, le rispettano sempre e comunque e sempre e comunque sono degni di rappresentarle? Dubbi scomodi questi, scomodi e pericolosi perché ad esprimerli vai troppo controcorrente, sei complottista, malevolo, ignorante e, se ti va bene, grillino.
Con questo dubbio Anna RG Rivelli apre la sua recensione (come certe figurine Panini d’antan è una bisvalida, la pubblica infatti su due distinti blog: noi cittadini lucani e i nuovi mostri) di “Napolitano, il capo della banda”, per concludere che è
Un libro da leggere questo, per sottrarsi ad un’ informazione disinformante, per riscorrere le pagine di un recentissimo passato ed accorgersi che, di fatto, la democrazia è già in crisi, la Costituzione già minata e noi tutti già troppo ammaestrati a una serie infinita di pseudoverità. Ugo Tassinari ci insegna che il rispetto delle Istituzioni deve passare anche, dolorosamente, dalla denuncia di quanti non sono degni di rappresentarle.
Mi piacciono le letture che offrono punti di vista diversi, che rispondono a domande che non mi ero posto. In questo caso perché, in realtà, io non ho mai avuto grande considerazione delle istituzioni…
PS: Come per ogni segnalazione di recensione colgo l’occasione per richiamare le precedenti.
Qui potrete vedere l’intervista con Pier Paolo Petino
Qui invece, alla fine della recensione di Davide Gonzaga, il resto delle altre recensioni.
Un libro è sempre un dialogo con ogni singolo lettore e un dialogo è utile se non è tautologico. Tu racconti e fai riflettere e io rifletto e mi domando se non sono proprio le istituzioni che abbiamo che non meritano la tua considerazione.