Strage di Bologna, una messa a punto per me definitiva sulla “pista palestinese”

diario

Poiché c’è  ancora chi persiste a sostenere la validità della “pista palestinese” sulla strage di Bologna nonostante la netta conclusione della Procura, e taluni lo fanno anche con evidenti falsficazioni della realtà, mi limito a riprendere qualche riga di Giacomo Pacini e a pubblicare due foto: una pagina del diario e la carta di identità di Mauro Di Vittorio, consegnate dalla polizia alla sorella Anna il 12 agosto 1980. Parliamo di una persona che, a detta degli “zeloti della pista palestinese” stava trasportando 23 chili di esplosivi e sarebbe uscito “disintegrato dall’esplosione” . Eppure il contenuto del suo zainetto resta perfettamente integro.

 

 

carta di identità

Questo invece il commento di Giacomo Pacini a una discussione sulla pagina facebook sul “processo per la strage di Brescia”.

Torno un attimo sulla vicenda, perché se dell’aspetto giudiziario mi interessa relativamente (potevano pure chiedere il rinvio a giudizio e il Gip può pure opporsi, ma la mia valutazione non cambierebbe), leggendo la richiesta di archiviazione, ci sono almeno 3 chicche da segnalare. 

1) Cossiga che nell’ottobre 2008, sentito dai magistrati, nega di aver mai detto che nella strage di Bologna c’entrano i palestinesi, sostenendo che era semplicemente una delle varie ipotesi che erano state fatte poche ore dopo l’esplosione. Perfino del mitico Lodo Moro Cossiga afferma di non aver mai avuto prove certe. 

2) Priore che, invece, sostiene di aver appreso durante le sue indagini che il Lodo Moro prevedeva che i palestinesi sul suolo italiano potessero fare (testuale): “attentati, a danni però di americani, israeliani e persone anche italiane di etnia ebraica”. Richiesto di indicare la fonte processuale di una roba del genere (palesemente assurda agli occhi di chiunque), non l’ha indicata limitandosi a parlare di interviste giornalistiche di Salah Khalaf e di Cossiga (!), nonché di una telefonata (sic!!) tra la Frolich e Padula. Che dire?…..Niente va, che è meglio 

3) Il caso del “super-testimone” Rodolfo Bulgini, quello che avrebbe “incastrato” la Frolich, dimostrando che quel 2 agosto pure lei era a Bologna. Sorvolando sul fatto che aveva detto di averla vista (o quantomeno di aver visto una donna che le assomigliava) in un Hotel (il Jocker Jolly) che in realtà aveva cessato le sue attività nel 1976, alcuni ex colleghi di lavoro hanno descritto Bulgini, nell’ordine, come personaggio “poco credibile [che] a volte raccontava/creava situazioni inverosimili per porsi al centro dell’attenzione”, “gioviale ma [che] spesso raccontava cose immaginarie”, “[che] raccontava episodi inverosimili o esagerati”. Oltre a questo Bulgini (che in fondo in tutta questa vicenda è il meno “colpevole”) è risultato affetto da molto tempo da una grave malattia psichiatrica tanto da essere stato dichiarato invalido civile “totale e permanente”. Questo, insomma, è il super-testimone di cui si è parlato in tutti questi anni.

Ecco perché, pur con tutta la buona volontà e il rispetto per le opinioni altrui, dico che “forse” sarebbe stato meglio se si fosse stati più cauti invece di dare per scontato di aver trovato la Verità. Alla fine di che abbiamo discusso in questi anni? Del fatto che, appena 40 giorni dopo il Consiglio Europeo di Venezia, che per la prima volta, anche per volontà italiana, aveva riconosciuto il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione, i palestinesi stessi, utilizzando un soggetto che andava in giro coi propri documenti e che era stato fermato alla frontiera il giorno prima, fecero volontariamente saltare per aria una stazione. ….Sic…

Grazie, Giacomo. Come dire: point, set, match …

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Strage di Bologna, una messa a punto per me definitiva sulla “pista palestinese”

  1. Ciao Ugo, intervengo per chiarire un punto sul “picconatore”.
    Nei suoi ultimi scampoli di vita, Cossiga ne disse tante e molte altre ne omise; basta scorrere le sue dichiarazioni di fronte alla Commissione stragi.
    Sulla strage di Bologna, Valerio Fioravanti afferma che l’ex Presidente gli indicò come il massacro fu dovuto a un incidente durante un trasporto di esplosivi in quota palestinese.
    Certo, le molte piste aperte sulla strage di Bologna ancora sussistono: i libici per ritorsione verso i coevi accordi Italia-Malta, lesivi dei loro interessi; i palestinesi come ritorsione per l’arresto di un loro responsabile nella vicenda dei missili di Ortona, in cui erano coinvolti anche esponenti del collettivo di via dei Volsci; gli israeliani che volevano accollarne la colpa ai palestinesi; una fazione palestinese – teniamo presente che in gioco c’erano parecchi soldi sovvenzionati dai paesi arabi – in antagonismo con un’altra (tanto per fare sigle: l’OLP di Arafat e il FPLP di Habbash).
    Non vanno però dimenticati, a mio parere, i primissimi depistaggi che presero avvio proprio da ambienti filo-palestinesi a stipendio dei servizi militari (in particolare la giornalista Rita Porena, che sarebbe utile, oggi, intervistare).
    Né andrebbero dimenticatate, quanto piuttosto approfondite, le altri stragi dell’80: quella di Parigi e quella di Monaco di Baviera.
    Nella prima emergono depistaggi per coprire la responsabilità palestinese; nella seconda depistaggi per coprire, presumibilmente, la rete Stay Behind tedesca. D’altronde, in procinto di avviare l’operazione “Terrore sui treni”, le intelligence italiane e francesi s’incontrarono a Parigi. Guarda caso, la strage venne inizialmente imputata a gruppi di estrema destra italiani, francesi e tedeschi.
    Che i sodali di Carlos fossero estranei alla bomba del 2 agosto, ci può stare. Ma che lo fossero anche i palestinesi non mi pare automatico.
    Un saluto

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