Terrorismo islamico, i guerriglieri messaggiano con Whatsapp

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Moutaharrik Abderrahim in una foto rilasciata dalla polizia di stato

(ANSA) – Sei arresti tra Lecco e Varese contro il terrorismo jihadista in un’operazione congiunta Ros-Digos. Tra questi una coppia, residente nella provincia di Lecco, che voleva partire per la jihad nei territori di guerra siro-iracheni, portando con sè i due figli di 2 e 4 anni, affidati ora ai nonni paterni. Arrestato anche un marocchino di 23 anni, fratello di un foreign fighter che sarebbe morto in Siria. Alcuni degli arrestati parlavano tra loro di possibili attentati terroristici, con una “particolare attenzione a Roma”.

“Per questi nemici giuro, se riesco a mettere la mia famiglia in salvo, giuro sarò io il primo ad attaccarli (…) in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l’attacco, nel Vaticano con la volontà di Dio”. E’ un audio inviato lo scorso 25 marzo da Abderrahim Moutaharrik a Mohamed Koraichi, arrestati entrambi nel blitz antiterrorismo. “L’unica richiesta che ti chiedo – dice Moutaharrik – è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’Islam”.

Mohamed Koraichi – partito dall’ Italia più di un anno fa con la moglie e i tre figli (uno di due anni) e che si troverebbe ora sul fronte iracheno-siriano a combattere con l’Isis – incitava in una serie di messaggi audio, inviati tramite WhatsApp, Moutaharrik, arrestato prima che partisse anche lui assieme alla moglie e ai due figli, a compiere un attentato a Roma. “Fratello mio – diceva Koraichi a Moutaharrik, anche campione di kickboxing (vedi foto) – lì in quella Italia, quella è la capitale dei crociati, fratello mio è quella, è lì dove vanno a fare il pellegrinaggio, è da lì da dove prendono la forza e da lì vanno a conquistare i popoli, e da lì combattono l’islam, fino ad ora non è stata fatta nessuna operazione  sai che se fai un attentato è una cosa grande, Dio è grande, preghiamo Dio, fratello mio”. “Sì fratello, se Dio vuole – rispondeva Moutaharrik in un altro messaggio vocale – ci sarà solo del bene, se Dio vuole che loro pensano di essere in pace, invece giuro non sono in pace, anche se noi viviamo in mezzo a loro e giochiamo il nostro gioco come se fossimo come loro, però giuro che noi non siamo come loro”. E poi ancora: “Giuro se potessimo trovare il modo abbatteremo tutto questo paese e non sappiamo che questi infedeli per questa Italia, per questo Vaticano, per questi presidenti, questi presidenti infedele e loro che danno forza a tutto questo che sta succedendo ai paesi arabi e nei paesi islamici, però con la volontà di Dio, con la volontà di Dio, la maggior parte dei ragazzi qui hanno iniziato a muoversi, hanno iniziato”. Poi la richiesta da Moutaharrik di mettere prima in salvo la famiglia nei territori del Califfato e poi passare all’azione: “Però fratello è l’unica richiesta che ti chiedo, è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’islam, il paese dove c’è la legge islamica, questa è l’unica richiesta che voglio”.

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Questa la notizia dell’Ansa sul blitz antiterrorismo islamico. Notevole il fatto che i principali accusati si avviassero al fronte portandosi i due figlioletti in tenera età. Quando Adriana Faranda, giusto per citare un esempio, decise di passare in clandestinità affidò la figlia piccolissima alle cure dei genitori. Nel testo Ansa non c’è nessun riferimento, invece, ai progetti di attacco all’ambasciata israeliana di cui ha parlato Sky Tg24 …

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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