Mogadiscio, attacco di Al Shabaab: 13 morti

Diario del terrore. 31 luglio: assalto a centrale di polizia a Mogadiscio, morti 7 attaccanti e 6 difensori. 27 luglio: strage Isis in Siria al confine turco: 50 morti. 26 luglio: blitz in un covo a Dacca dei terroristi colpevole della “strage degli italiani”: 9 morti. Attentati di Al Shabaab a Mogadiscio: uccisi 13 soldati dell’Unione africana. 24 luglio: strage tra gli sciiti a Bagdad, 21 morti. 23 luglio: strage al corteo degli hazari a Kabul: 80 morti per attentato Isis. 21 luglio: smantellata rede jihadista in Brasile. Il 19 luglio uccisi 5 soldati nello Yemen. Il 16 luglio oppositori armati occupano centrale di polizia nella capitale armena. Il 15 luglio in Pakistan una social star è uccisa dal fratello per il suo rifiuto di chiudere il profilo facebook da cui dava scandalo. Il 14 luglio colpo al cuore dell’Isis: ucciso il ministro della guerra, noto come Omar il ceceno. In Kenya militante islamico uccide 5 poliziotti. Il 13 luglio strage a Baghdad 11 morti. Il 9 luglio autobomba nella Turchia sudorientale contro l’esercito: 2 i morti; l’esercito indiano in Kashmir fa fuoco sui dimostranti ai funerali di un leader ribelle ucciso il giorno prima: 17 I morti  L’8 luglio due attacchi suicidi in Iraq hanno provocato 35 morti. Nel primo caso, dopo il kamikaze armati hanno fatto irruzione in un mausoleo ammazzando i fedeli. Il 7 luglio attentato in Bangladesh per la fine del Ramadan: 4 morti.  Il 6 luglio due gemelli sono stati arrestati in Arabia: accoltellarono genitori e fratello per arruolarsi con l’Isis. Il 5 luglio una suora copta è uccisa in Egitto in un agguato. 4 luglio 3 attentati suicidi in Arabia Saudita, uniche vittime i kamikaze. Il 3 luglio due autobombe nei quartieri sciiti di Baghdad: l’Is risponde così alla perdita di Falluja. Circo 300 morti il bilancio finale. Il mese di luglio comincia con un agguato a Parigi dai contorni ancora incerti e con la clamorosa azione del commando islamista di Dacca che si è concluso con un blitz disastroso: tra i 20 ostaggi morti ci sono anche italiani. In Cisgiordania, intanto, è pesantissima la situazione a Hebron, dopo i ripetuti attacchi palestinesi e la decisione israeliana di “chiudere” la città.

Bombe e spari: attacco degli al-Shabaab a Mogadiscio contro il quartier generale del Dipartimento Investigazioni Criminali della polizia somala. Prima due autobombe, per aprire la strada al raid, poi l’assalto da parte di due uomini con le armi in pugno. Le vittime dell’attacco sono almeno sei (cinque civili e un soldato), a cui si aggiungono i sette attentatori. Circa 20 i feriti. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo islamista affiliato ad al-Qaeda, che controlla ampie zone del sud del Paese e vuole instaurare un emirato islamico sotto la legge della Sharia.

STRAGE ISIS AL CONFINE TURCO: 50 MORTI

27 luglio – Strage dell’Isis al confine turco, nella città siriana di Qanishli. Due kamikaze, a bordo di un camion e di una moto si sono fatti esplodere, causando almeno 50 morti e più di 170 feriti. L’esplosione del camion bomba e’ stata talmente violenta che due dei feriti erano in Turchia.

DACCA, BLITZ ANTITERRORISMO: 9 MORTI

26 luglio Dacca – Blitz delle forze di sicurezza bengalesi nel centro della  capitale del Bangladesh. Neutralizzato un covo del Jmb, il gruppo islamista responsabile della strage del 1 luglio in cui sono stati ammazzati 9 italiani. Nell’attacco, in un quartiere residenziale, sono rimasti uccisi 9 terroristi, un solo ferito.

MOGADISCIO, STRAGE DI AL SHABAAB: 13 MORTI TRA I PEACEKEEPER

26 luglio Mogadiscio. Duplice attacco di Al Shabaab nella capitale somala. Un kamikaze si è fatto esplodere al varco dell’aeroporto usato dalle forze di pace dell’ Unione Africana. A seguire sparatoria a un posto di blocco: 13 morti

STRAGE TRA GLI SCIITI A BAGDAD: 21 MORTI

24 luglio – ancora una strage nel quartiere sciita di Baghdad che ospita il mausoleo per il nipote del Profeta, uno dei più importanti luoghi di culto dell’Islam sciita. Un kamikaze con cintura esplodente sì è fatto saltare in aria in un centro commerciale.  21 i morti tra cui numerosi poliziotti, più di trenta i feriti. Si è intanto appresso che la strage di inizio giugno ha provocato 292 morti.

STRAGE AL CORTEO DEGLI HAZARI A KABUL: 80 MORTI

23 luglio e’ finita in un bagno di sangue la manifestazione della minoranza hazara a Kabul. L’etnia, di lingua persiana e di culto sciita, popola l’Afghanistan centrale e protestava contro l’esclusione da un progetto energetico. Un attacco kamikaze rivendicato dall’Isis ha provocato 80 morti e più di 200 feriti. Proclamato il lutto nazionale.

SMANTELLATA RETE JIHADISTA IN BRASILE: 10 ARRESTI

21 luglio – L’Isis  non voleva perdere l’appuntamento con le Olimpiadi brasiliane e per raggiungere il suo obiettivo ha costruito una rete operativa via web che stava preparando un attentato. Queste le clamorose rivelazioni che giungono da Rio De Janeiro, da una conferenza stampa del ministro della Giustizia. Dieci gli arrestati, tra cui un minorenne, nell’operazione antiterrorismo. Altre due persone sono ricercate. La minaccia del terrorismo islamico è presa molto sul serio dai responsabili della sicurezza che per vigilare su atleti, delegazioni e spettatori impegneranno complessivamente 85 mila uomini: 47 mila poliziotti e 38 mila militari.

YEMEN, DUE AUTOBOMBE, UCCISI 5 POLIZIOTTI

19 luglio –  E’ di cinque soldati morti il bilancio di due attacchi con autobomba compiuti nel sud-est dello Yemen stamani, secondo quanto riferito dalla tv panaraba al Jazira. Secondo l’emittente, i cinque militari governativi sono stati uccisi mentre erano in servizio a due diversi posti di blocco a Mukalla, porto yemenita nei mesi scorsi strappato al controllo dell’ala locale di al Qaida. Il duplice attentato non è stato ancora rivendicato ma la dinamica e l’obiettivo fanno pensare che si tratti di un’azione di gruppi qaidisti ancora presenti nella regione di Mukalla.

ARMENIA, OPPOSITORI ARMATI OCCUPANO CENTRALE DI POLIZIA

16 luglio TENSIONE a Erevan, capitale dell’Armenia, dove un gruppo di uomini armati giunti a bordo di camion ha preso d’assalto il quartier generale della polizia e dei reparti del ministero dell’Interno. E si è barricato dentro l’edificio prendendo diverse persone in ostaggio. Fra gli ostaggi, due dei quali sono stati poi liberati dalle forze speciali, c’è anche il capo della polizia Valery Osipyan. Lo riferisce Russia Tv, aggiungendo che una poliziotto è morto nell’attacco e altri due sono rimasti feriti. In un video diffuso dagli insorti, è spiegato che l’attacco è stato lanciato per chiedere la liberazione di Jirair Sefilyan, leader dell’opposizione arrestato il 20 giugno. E la popolazione è invitata a mobilitarsi scendendo in piazza. “Cari amici – recita il video – cittadini, nazione armena, stiamo facendo questo per voi… uscite in strada!”.

PAKISTAN, UCCISA DAL FRATELLO STAR DEI SOCIAL NETWORK

15 luglio – ISLAMABAD – E’ stato arrestato per omicidio il fratello di Qandeel Baloch, giovane modella strangolata a casa dei genitori nel Pakistan centrale dopo essere stata drogata. Lo riporta la Bbc. L’uomo, 30 anni, l’aveva ripetutamente minacciata per le foto che lei pubblicava su Facebook e altri social media. La  giovane era diventata popolarissima sui social network per il suo atteggiamento di sfida alla bigotteria dominante. Un delitto dell’odio che affonda le sue ragioni nella visione autoritaria della famiglia e della sottomissione femminile diffusa in Pakistan.

KENYA, ISLAMISTA UCCIDE 5 POLIZIOTTI

14 luglio – Ha sfilato la pistola dalla fondina di un agente e ha fatto fuoco. È di cinque morti il bilancio provvisorio di una sparatoria in una stazione di polizia di di Kapenguria, nell’ovest del Kenya, dove un uomo, sospettato di essere un militante del gruppo somalo al Shabaab, ha aperto il fuoco contro le forze dell’ordine, uccidendo cinque agenti, tra cui un ufficiale. Secondo quanto riporta il Daily Nation, Omar Okwaki Eumod era stato arrestato ieri a Nakwijit con l’accusa di essere un reclutatore per il gruppo jihadista e doveva comparire oggi in tribunale. Secondo fonti del quotidiano, l’attentatore avrebbe pianificato la fuga: quando una guardia ha aperto le celle, è riuscito a impadronirsi della pistola di un agente e avrebbe iniziato a sparare all’impazzata uccidendo almeno cinque poliziotti. Un contingente del General Service Unit (Gsu), ala paramilitare della polizia del Kenya, è stato inviato al commissariato per gestire l’emergenza. Secondo fonti di sicurezza citate da Al Jazeera l’attentatore sarebbe stato ucciso. «Terminato l’assedio alla stazione di polizia di Kapenguria. Il sospetto terrorista al Shabaab è stato ucciso dalle forze speciali» ha ribadito The Standard.

 

ISIS, UCCISO IL N.2, OMAR IL CECENO

14 luglio – Abu Omar al-Shishani detto Omar “il Ceceno”, numero due dello Stato Islamico, il fedelissimo ministro della guerra del Califfo al Baghdadi la cui morte è stata già annunciata diverse volte, sarebbe davvero rimasto ucciso in un bombardamento americano nei pressi di Mosul, in Iraq. Lo conferma l’Amaq, l’agenzia di stampa che funge da megafono del Califfato. E la notizia è rilanciata da Site, il sito americano guidato da Rita Katz che si occupa di monitorare i jihadisti sul web. Secondo la Katz è la prima volta che l’Is ne conferma la morte e dunque dovrebbe essere vera. Abu Omar al-Shishani, 30 anni, riconoscibile per la folta barba rossa, era uno dei più temuti comandanti dell’Is in virtù della sua particolarissima formazione. Il suo vero nome era in realtà Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, nato a Birkiani, in Georgia, nel 1986. Già elemento di punta dell’esercito georgiano, nel 2008 era stato addestrato dalle forze armate americane che all’epoca appoggiavano il piccolo stato in funzione antirussa. Ma nel 2010 era finito in disgrazia: malato di tubercolosi, non aveva ottenuto un’attesissima promozione. Quello stesso anno era stato arrestato per possesso illegale di armi e aveva trascorso 16 mesi in una prigione del suo paese. Figlio di un cristiano ortodosso e di una musulmana, al suo rilascio aveva deciso di convertirsi all’Islam. Nel 2012 era approdato in Siria, distinguendosi proprio per quelle sue capacità di guerriglia che gli avevano permesso di scalare rapidamente le gerarchie dello Stato islamico fino a diventare il braccio destro del Califfo. Considerato il più pericoloso stratega jihadista proprio per la sua conoscenza delle tecniche di guerra americane.

ISIS, AUTOBOMBA IN QUARTIERE SCIITA: 11 MORTI

13 luglio BAGHDAD – Almeno 11 persone sono rimaste uccise e oltre 30 ferite nell’esplosione di un’autobomba in un quartiere a maggioranza sciita nel nord est di Baghdad. Lo riferiscono fonti ufficiali. L’esplosione è avvenuta a Rashidiya, nel nord-est di Baghdad. Finora nessun’organizzazione ha rivendicato l’attacco che ha lasciato a terra oltre 30 feriti gravi. Secondo la tv panaraba al Arabiya, il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. L’attacco è avvenuto all’indomani della visita a Baghdad del segretario alla difesa americano Ashton Carter e dopo giorni da quello che è stato definito come il più sanguinoso attentato suicida compiuto in Iraq dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003. Nell’attacco di Karrada della settimana scorsa e rivendicato dall’Isis sono morte circa 300 persone

AUTOBOMBA IN TURCHIA CONTRO L’ESERCITO: 2 MORTI

9 luglio – Un’autobomba imbottita di esplosivo è esplosa contro un avamposto dell’esercito turco nella provincia sudorientale di Mardin, uccidendo due persone. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Anadolu, precisando che le vittime sono un soldato e un civile e che l’attacco è avvenuto nella città di Cevizlik. Almeno altre dieci persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate in ospedale. Da giugno nella regione sudorientale l’esercito turco ha ripreso a combattere contro i militanti del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan). Il cessate il fuoco infatti non ha retto e da allora sono morti circa 600 uomini della sicurezza, più di 5.000 combattenti curdi e un numero imprecisato di civili.

KASHMIR, L’ESERCITO SPARA SUI DIMOSTRANTI: 17 MORTI

SRINAGAR, 9 LUGLIO – Soldati in tenuta antisommossa hanno sparato in Kashmir contro decine di migliaia di manifestanti scesi in piazza a Srinagar sfidando il coprifuoco per partecipare al funerale di un leader ribelle, ucciso il giorno prima dall’esercito indiano nella contesa regione himalayana. Diciassette manifestanti sono stati uccisi. Burhan Wani, capo di Hizbul Mujaheddin (il più importante gruppo ribelle nel Kashmir sotto il controllo dell’India), era stato ucciso dai soldati insieme a due suoi fedelissimi mentre si trovava in uno sperduto villaggio nella zona meridionale di Kokernag. Quando si è diffusa la notizia delle nuove uccisioni, altri violenti disordini sono scoppiati in numerose città del sud dove migliaia di persone hanno cominciato a lanciare sassi contro i soldati indiani. Inoltre sono state attaccate postazioni paramilitari indiane. I soldati di New Delhi hanno risposto con gas lacrimogeni e pallottole di gomma. Secondo la polizia, almeno 60 civili e 90 soldati sono stati feriti.

BALAD, 8 luglio  – Ancora un attentato, ancora sangue in Iraq tra gli sciiti: almeno 35 civili sono morti nel corso di un violento attacco dei terroristi contro fedeli in preghiera, attacco che è stato rivendicato dai miliziani dello Stato Islamico. All’una notte un attentatore suicida si è fatto esplodere presso l’ingresso del mausoleo di Sayyid Muhammad bin Ali al-Hadi, nella città di Balad, vicino a Samarra, 80 chilometri a nord di Bagdad.Dopo l’esplosione, secondo la ricostruzione della polizia, numerosi terroristi hanno fatto irruzione all’interno del santuario aprendo il fuoco all’impazzata sulla folla in preghiera. Successivamente un altro terrorista si è fatto esplodere in mezzo alla gente che celebrava la festa dell’Eid al Fitr, che segna la fine del mese di Ramadan.

BANGLADESH, ATTENTATO PER LA FINE DEL RAMADAN: 4 MORTI

E’ di almeno quattro vittime il bilancio dell’attentato realizzato oggi da un commando armato a Kishoreganj, nel Bangladesh centrale. Oltre ai due agenti di polizia, sono morti una donna e un sospetto terrorista, mentre almeno 12 persone sono rimaste ferite. L’attacco é avvenuto nel momento in cui si stava svolgendo un grande raduno, Sholakia Eid, per celebrare la fine del Ramadan.

ARABIA, GEMELLI ACCOLTELLANO I FAMILIARI PER ARRUOLARSI CON L’ISIS

Ryiad, 6 luglio – Sarebbero stati spinti da motivazioni religiose, i due fratelli sauditi che hanno accoltellato l’intera famiglia che si opponeva al loro piano di andare in Siria per unirsi all’Isis. I due gemelli ventenni, Khaled e Saleh al Oraini, sono stati arrestati mentre cercavano di scappare in Yemen. La madre, 67 anni, è morta per le coltellate, mentre il padre 73enne e il fratello maggiore, di 22 anni, combattono tra la vita e la morte in ospedale. L’aggressione, riferita dalla Reuters e pubblicata sul Daily mail, risale al 24 giugno scorso. A confermare l’incriminazione è il ministero degli Interni saudita, il generale Mansour al-Turki, che però non si è sbilanciato sulle motivazioni del gesto: «Il caso è ancora sotto inchiesta- ha spiegato Turki- L’unica cosa che abbiamo stabilito è che i gemelli seguono l’ideologia takfiri», che è un’espressione comunemente utilizzata dalle autorità saudite per riferirsi alla militanza islamista estremista.  Il quinto caso in un anno. «Non sarebbe eclatante se si trattasse di giovani tossicodipendenti o ignoranti», ha commentato lo scrittore saudita Mohammad Ali al-Mahmoud. «Il vero choc è pensare a due ragazzini che agiscono così in nome dell’Islam». Secondo il sito Arabia notizie akhbaar24, questa è la quinta uccisione di membri della famiglia uccisi da sospetti militanti sauditi in Arabia dal luglio dello scorso anno. Tra queste, un caso accaduto a gennaio, quando un giovane sospetto militante ha ucciso sua madre in pubblico nella città di Raqqa, perché lei lo aveva incitato a lasciare il gruppo estremista di cui faceva parte.

EGITTO, SUORA COPTA UCCISA IN UN AGGUATO

IL CAIRO, 5 LUGLIO – Una suora copta egiziana è stata assassinata in un agguato da parte di un gruppo di uomini armati, che hanno aperto il fuoco contro l’auto sulla quale viaggiava. Lo riferisce il giornale Masri el Youm, citando membri della chiesa copta. L’attacco terroristico è avvenuto nel pomeriggio sulla strada che collega Il Cairo ad Alessandria d’Egitto. “Sconosciuti le hanno sparato – riferisce la chiesa – mentre stava andando al monastero di Mar Girgis Khatatba, vicino al villaggio di Salmaniya, accompagnata da altre due sorelle”.

TRE ATTENTATI SUICIDI IN ARABIA SAUDITA, UNO A MEDINA

MEDINA 4 luglio – Tre attentati suicidi sono stati compiuti oggi in Arabia Saudita. Lo riferisce la tv panarabo-saudita al Arabiya secondo cui, per il momento, le uniche vittime sono i tre kamikaze. Uno degli attacchi è stato eseguito nei pressi del recinto sacro della moschea del Profeta Maometto a Medina, città santa dell’Islam. Altri due attacchi sono stati portati a termine a Qatif, capoluogo della regione a maggioranza sciita nell’est del Paese. Al momento non ci sono rivendicazioni degli attacchi.

AUTOBOMBE CONTRO GLI SCIITI A BAGHDAD: 200 I MORTI

BAGHDAD, 3 LUGLIO – AUna carneficina spaventosa: più di 200 persone sono rimaste uccise, tra cui 25 bambini e altrettante ferite a Baghdad domenica mattina in due attentati con esplosivi in quartieri sciiti, in un bilancio che con il passare delle ore si è fatto sempre più drammatico. L’attacco con un’autobomba ha colpito questa mattina il quartiere di Karada, nel centro della città, una zona che era piena di giovani e famiglie, usciti in strada dopo la fine del digiuno del Ramadan. Nella capitale irachena questa mattina c’è stata anche l’esplosione di una seconda autobomba nella parte orientale che ha provocato altri cinque morti e 16 feriti. Gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis.

Il governo di Baghdad, controllato dagli sciiti, ha ripreso di recente il controllo di Falluja, roccaforte dei sunniti e del Califfato, con l’aiuto dei pasdaran iraniani e di milizie sciite locali. L’Isis (espressione del fondamentalismo sunnita) ha spesso colpito per ritorsione quartieri sciiti della capitale.  

DIRETTORE DI UNA MENSA POPOLARE ACCOLTELLATO A PARIGI AL GRIDO DI ALLAH AKBAR

PARIGI, 1 LUGLIO – Il direttore dell’associazione per la distribuzione di cibo ai poveri ‘Restos du coeur’ di Montreuil, nella banlieue di Parigi, ha dichiarato di essere stato aggredito da una coppia armata di accetta e coltello: è quanto riferisce BFM-TV. Secondo la testimonianza dell’uomo, gli aggressori hanno gridato “Allah Akbar”. La vittima, 60 anni, è rimasta gravemente ferita ed è stata ricoverata d’urgenza in ospedale, ma non sarebbe in pericolo di vita. I due aggressori sono in fuga. Il direttore era già stato oggetto di minacce di morte. Per posta aveva ricevuto una piccola bara con la scritta: “Morte a te sporco francese”.

I fatti si sono svolti nel centro dei Restos du coeur, la storica associazione solidale fondata dal comico Coluche, in Seine-Saint-Denis, alle porte di Parigi. È stata la stessa vittima a chiamare i soccorsi. Verso le 07:20 la coppia di aggressori, un uomo e una donna, si è presentata allo sportello d’accoglienza del centro che distribuisce pasti ai poveri, oggi eccezionalmente chiuso.

L’uomo, “di tipo africano”, secondo la procura di Bobigny, ha immediatamente cercato di colpire il responsabile con l’accetta. Questo è riuscito a schivare i colpi, ma poi è stato colpito da un altro coltello al livello dell’addome da parte di una donna “velata col volto scoperto”. Le due armi sono state recuperate dagli inquirenti nei pressi del luogo dell’aggressione.  Prima di fuggire, la coppia avrebbe gridato “Alla Akbar, cane infedele”, riferiscono fonti di polizia che invitano alla prudenza. Il carattere psicologico e i rapporti tra gli aggressori e la vittima sono ancora ignoti. La procura di Bobigny ha aperto un’indagine per “omicidio doloso”.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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