2 agosto, evapora la pista palestinese per la strage di Bologna
La Procura di Bologna è arrivata puntuale all’appuntamento. Giusto all’antivigilia dell’anniversario ha fatto sapere che non esiste una pista alternativa per la strage alla stazione e ha chiesto il proscioglimento per i due militanti della sinistra rivoluzionaria tedesca, indagati da tre anni.
E’ una buona cosa, vista l’assoluta inconsistenza degli elementi di accusa: la presenza accertata di Kram (regolarmente registrato in albergo) a Bologna la notte tra il 1° e il 2 agosto, e quella presunta (e smentita con forza e con riscontri consistenti) della Frolich. Sulla base di questa ipotesi accusatoria si è scatenata una gazzarra che ha visto coinvolte persone assolutamente rispettabili sul piano intellettuale ed umano ma che si sono fatte un po’ prendere la mano dalla passione.
Così Enzo Raisi si è spinto ad avanzare congetture sul coinvolgimento di una delle vittime (in un incredibile gioco di specchi con uno scrittore di sinistra come Loriano Macchiavelli) mentre Gabriele Adinolfi, sulla base della presenza di un brigatista rosso a Brescia il giorno della strage, ha scelto la formula del romanzo storico per divulgare la tesi di una pista rossa anche per piazza della Loggia. Tesi che la magistratura non ha neanche sottoposto a verifica: la corte d’appello milanese riprocessera due ordinovisti (uno a busta paga dei servizi) per la strage mentre la procura bresciana continua a indagare sulla responsabilità materiale di un ragazzino veronese poi approdato al circuito esoterico-tradizionalista.
Della questione ci siamo occupati con interesse e attenzione su Fascinazione e quindi vi ripropongo i due file pdf in cui ho aggregoat post e commenti:
Strage di Bologna e inchiesta Raisi: prima parte;
Strage di Bologna: seconda parte
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