4 gennaio 1981: muore Bruno Fortichiari, un leader della sinistra comunista

Ricorre oggi il 39esimo anniversario della morte di Bruno Fortichiari, uno dei più importanti dirigenti del movimento operaio italiano del Novecento. Ricordarne oggi la figura è il mio modo di fare i conti con una forma di credenza infantile a cui ho aderito a lungo anche io. E cioè che la sinistra radicale fosse nata in Italia con il ’68, con al massimo qualche anticipazione nelle prime conventicole operaiste e nei fatti di Genova ’60 e di piazza Statuto nell’estate 1962. Invece Fortichiari è una figura esemplare e luminosa di un dirigente di quella sinistra comunista e rivoluzionaria condannata dall’egemonia culturale e politica del Pci alla dannazione della memoria.

Il suo peso politico emerge con forza già nel 1920, nel lavorio che porterà alla scissione di Livorno e alla nascita del PcdI. E’ infatti con Bordiga e Bombacci membro dell’esecutivo della frazione internazionalista che romperà con i riformisti per aderire al Comintern. Espulso dal partito con la dissidenza bordighiana vi rientrerà dopo la guerra ma sarà sempre tenuto ai margini.

Lo strappo dalle posizioni bordighiste

All’inizio degli anni Cinquanta si allontanò dalle posizioni propriamente bordighiane e spinse la propria eresia fino a considerare sullo stesso piano gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. In questo paese a suo giudizio, non vigeva il comunismo, bensì il capitalismo di Stato. Nel tentativo di favorire una politica di mobilitazione delle masse operaie, in vista di quello che a lui appariva l’inevitabile scontro finale con il nemico di classe, cercò di collegarsi con quei settori del PCI che contrastavano la politica di Togliatti e avevano in Secchia l’esponente di maggior spicco. La convergenza tattica si realizzò intorno al gruppo di Azione comunista, ma si rivelò assai fragile ed effimera. Nel luglio 1956, Fortichiari è espulso dal PCI. Secchia difende le ragioni del partito contro le tendenze centrifughe di sinistra.

L’esperienza della Sinistra Comunista

 Prende allora avvio il tentativo di costituire il Movimento della Sinistra Comunista, verso cui inizialmente confluiscono, oltre ad alcuni fuorusciti dal PCI, tra cui Giulio Seniga, i Gruppi Anarchici di Azione Proletaria (GAAP), con Arrigo Cervetto e Lorenzo Parodi, i comunisti internazionalisti di Battaglia Comunista, i trotskisti dei Gruppi Comunisti Rivoluzionari di Livio Maitan, nonché figure eretiche come Danilo Montaldi e Giorgio Galli.

Gli ultimi anni, tra Iniziativa comunista e Lotta comunista

Questa esperienza si conclude tra alterne vicende, nel 1965, quando anche Fortichiari, anziano e con problemi di salute, pensa di ritirarsi dall’attività politica. Nel 1970, infrange però questa decisione e inizia a pubblicare le Lettere aperte ai compagni della Sinistra Comunista. Collabora con un gruppo di giovani che, nel 1972, dà vita al bollettino Iniziativa Comunista. Negli ultimi anni partecipa a dibattiti e conferenze organizzati dal Circolo La Comune e da Lotta Comunista. Come molti vecchi compagni, ha perseguito fino all’ultimo l’illusorio obiettivo di riunire tutti i comunisti che si ricollegano a “Livorno 1921”.

Per approfondire

Un’antologia di suoi scritti curata dal Collettivo “Iniziativa Comunista – Livorno 21”

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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