No all’accoglienza migranti, attentato notturno in Sardegna
Attentato incendiario in Sardegna contro la politica dell’accoglienza. L’episodio, senza gravi conseguenze dal punto di vista degli effetti ma dall’evidente potenziale politico si è consumato a Monastir, dove il sabotaggio del centro destinato all’accoglienza di immigrati si è innescato su una mobilitazione di massa che vede impegnata anche l’amministrazione comunale per opporsi all’arrivo dei profughi nell’ex scuola di Polizia penitenziaria.
Nella struttura, di proprietà del Ministero, sono in corso i lavori per trasformarla in Centro di accoglienza per migranti, non ha subito danni peggiori perché è rimasta inesplosa una bombola di gas Gpl abbandonata. Alle 23 qualcuno si è introdotto nel cortile scavalcando il muro di recinzione. Una volta dentro i responsabili hanno raggiunto il locale della centrale idrica e utilizzando della carta hanno incendiato il quadro elettrico e numerosi cavi. Si sono poi spostati nel locale caldaie, al centro della struttura, e utilizzando benzina hanno provocato una esplosione. Per provocare ulteriore danni sul posto è stata lasciata anche una bombola di gpl per uso domestico di 15 chilogrammi che, però, non è esplosa. Sul posto, chiamati dai residenti, sono intervenuti i carabinieri di Monastir e Dolianova. I vigili del fuoco hanno lavorato alcune ore per mettere in sicurezza la struttura.
Pochi giorni fa l’amministrazione comunale di Monastir ed i comitati cittadini hanno organizzato davanti all’edificio un sit in per protestare contro l’apertura del Centro. I residenti hanno anche bloccato due autospurgo che dovevano rientrare nella scuola per proseguire i lavori richiesti dalla Prefettura di Cagliari che sta ristrutturando la ex scuola e renderla idonea ad ospitare profughi che sempre più spesso vengono portati in Sardegna che è in piena emergenza per le difficoltà di reperire strutture per l’accoglienza oramai sature nell’Isola.
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