Canada, una vita infernale nel villaggio teatro della strage a scuola
Un ragazzo di 17 anni l’autore della strage in un liceo di La Loche, nel nord del Canada. Le vittime sono due insegnanti di 21 e 35 anni e due fratelli di 17 e 13 anni. I feriti sono sette. Il killer, il cui nome non e’ stato ancora diffuso, viene descritto come un ragazzo silenzioso e solitario. Tutto è accaduto all’ora di pranzo di venerdì a La Loche, un tranquillo villaggio a nord della cittadina di Saskatchewan, un paesino di 2.600 anime. Molte di origine indigena canadese, parte di una storica comunità nata alla fine del 1700 sulla via del commercio delle pellicce. La polizia è stata chiamata per alcuni spari uditi alla Dane High School, all’interno della La Loche Community School, che ospita tutto il ciclo scolastico, dall’asilo al liceo. All’arrivo degli agenti, una scena terribile, con diversi corpi a terra. Sul posto la polizia ha anche rinvenuto l’arma della strage. I testimoni raccontano di un fuggi fuggi generale al momento degli spari, con ragazzi, insegnanti e personale terrorizzati. Nel campus si trovano ogni giorno circa 900 studenti, che occupano due edifici. Una delle vittime è Marie Janvier, insegnante di 23 anni. “Sono così triste – ha aggiunto l’uomo -. Non so se lo sparatore conoscesse mia figlia”. Sconvolti i canadesi, per un episodio raro nel loro Paese, a differenza di quanto accade nei vicini Stati Uniti. ‘Solo’ tre le sparatorie di massa tra il 2000 e il 2014. Ma la peggiore della storia del Canada risale al 6 dicembre 1989, quando un uomo sparò e uccise 14 studentesse con un fucile semiautomatico al Politecnico di Montreal.
Così l’Ansa racconta l’ultimo omicidio di massa in una scuola per mano di uno studente “silenzioso e solitario”. Ma basta leggere il New York Times per accorgersi che La Loche non è un villaggio tranquillo: alto tasso di disoccupazione, droga e alcolismo, episodi di violenza e di tensione con la polizia, in cinque anni 18 suicidi tra 2600 abitanti (in prevalenza tra giovani), una reputazione di città “difficile”, la maggior parte degli abitanti sopravvive con i sussidi. Il leader della comunità indiana, che è maggioritaria, denuncia il vuoto totale di servizi e attività per i giovani e invoca drastiche misure. Descritta la realtà, tra bellezza della foresta boreale e drammaticità delle condizioni sociali, non si arriva a definire al momento, ma almeno un’idea del contesto aiuta a capire e serve …
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