Il 3 maggio del 1968, a Parigi, con l’occupazione dell’Università Sorbona, inizia quello che passerà alla Storia come il maggio francese, la punta più alta della contestazione giovanile in Occidente per intensità e durezza dello scontro. Solo un punto di vista eurocentrico rimuove che il Sessantotto fu anche il movimento delle Guardie rosse in Cina e la repressione feroce da parte del regime messicano alle proteste contro le Olimpiadi.
L’occupazione della storica università parigina da parte di centinaia di studenti, che protestavano contro la riforma scolastica definita “classista”, sfociò in gravi disordini con le forze dell’ordine, con una battaglia campale al Quartiere latino e cinquecento arresti. La scintilla che dà fuoco alla prateria è un episodio apparentemente marginale: l a gendarmeria francese che carica i 400 studenti riuniti nel cortile della Sorbonne per protestare contro la chiusura di un corso di laurea.
Da quella scintilla, con le prime proteste studentesche (in realtà erano iniziate il 22 marzo a Nanterre, ma fu a maggio che assunsero dimensioni più importanti), sarebbe esploso un mese di proteste che presto coinvolse anche gli operai, con scioperi generali ad oltranza, manifestazioni enormi in tutto il paese, occupazioni di fabbriche. In certi momenti il maggio francese assunse le caratteristiche di una sollevazione popolare che sembrò mettere in discussione la tenuta del regime gollista stesso. Ma il generale fu bravo a suscitare la forza terribile della Francia profonda: accettò la sfida, convocò le elezioni anticipate e stravinse
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