3 maggio 2018: l’Eta si dissolve dopo 60 anni di lotta armata

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L’Eta, l’organizzazione armata indipendentista basca, ha dichiarato la dissoluzione di tutte le sue strutture in una lettera inviata a diverse istituzioni e organizzazioni politiche, poi riportata dall’agenzia Efe e dai principali quotidiani come El País ed El Mundo. La mossa era stata ampiamente annunciata e preceduta, un anno fa, dalla “resa” ufficiale, con la consegna alla polizia francese di tutti gli arsenali nascosti, e di recente con una lettera di scuse ai parenti delle 800 vittime. La lettera contiene il riconoscimento del fallimento dell’organizzazione nel raggiungimento dell’obiettivo strategico, la conquista dell’indipendenza basca.

La prima formazione dell’Eta risale all’estate 1959, dopo vent’anni di regime franchista, da parte di militanti studenteschi decisi a rompere la passività delle poche organizzazioni basche sopravvissute. Il primo attentato, fallito, fu compiuto il 18 luglio 1961 – anniversario del'”alzamiento  franchista – contro un treno che trasportava veterani falangisti alla cerimonia commemorativa. La polizia rispose  duramente con arresti e torture dei sospettati.

La prima vittima è del 1968, quando i vertici dell’organizzazione si ispirano esplicitamente all’interpretazione guerrigliera del marxismo, avendo come riferimenti  Cuba e Vietcong. Il 7 giugno l’Eta uccide durante un controllo di routine un milite della Guardia Civil. Due mesi dopo il primo attentato mortale, contro il capo della polizia politica di San Sebastiàn ( torturatore di prigionieri) Melitòn Manzanas.

L’assassinio genera una reazione durissima. Il processo di Burgos si conclude nel 1970 con 16 condanne a morte,  annullate da Franco per l’enorme pressione internazionale. Tre anni dopo l’Eta mette a segno il suo più famoso e riuscito attentato, che di fatto farà fallire il disegno per la continuità del regime dopo la morte di Franco.

Nel 1973 il Caudillo rinuncia alla carica di Primo Ministro, ma resta Presidente e Capo dell’Esercito. Al governo va un fedelissimo, l’Ammiraglio Luis Carrero Blanco, fautore della linea dura nei confronti dell’indipendentismo basco.

L’operazione Ogro scatta il 20 dicembre 1973 in una via centralissima di Madrid. L’attentato,  meticolosamente preparato, ha grandissimo impatto per la spettacolarità dell’esito. Etarra si fingono studenti e manutentori per scavare un tunnel sotto il manto stradale, dove posizionano una potentissima carica esplosiva. All’arrivo dell’auto di Carrero Blanco, di ritorno da una funzione religiosa, i terroristi baschi azionano il detonatore. La vettura, investita in pieno, spicca letteralmente il volo superando un palazzo di 5 piani e atterrando su una balconata interna dell’edificio (vedi sopra). Carrero Blanco morirà poco dopo. L’attentato eliminando la maggiore personalità franchista favorirà la transizione democratica seguita alla morte del dittatore nel 1975.

Alla democratizzazione del paese non corrisponde un cessate il fuoco. Gli anni fra il 1975 e il 1980 sono anzi tra i più sanguinosi, nonostante le amnistie concesse per volontà di Juan Carlos, le larghe autonomie regionali e l’istituzione di un corpo di polizia separato. Nel solo 1980 le vittime arrivarono a un centinaio, molte delle quali membri della Guardia Civil. In questi anni si distinguono nelle attività di controguerriglia anche i neofascisti italiani rifugiati in Spagna, attivi anche in missioni nell’Euzkadi francese. La guerra sporca prosegue anche dopo la conquista del governo da parte dei socialisti di Gonzales: le esigenze della macchina statale centralista spagnola prevalgono sulle spinte riformiste “Nel 1985 un’autobomba dell’Eta uccide a Madrid un americano, Eugene Kent Brown. Nel 1988 un ordigno uccide nella capitale 12 militi della Guardia Civil ferendone 50. Nel 1987 un “errore” ammesso dagli attentatori ammazza 21 innocenti in un supermarket di Barcellona. Durante gli anni ’80 l’azione armata dei terroristi trovò la sua espressione politica nel partito separatista Harri Batasuna, mentre viene meno la copertura offerta dai Francesi durante gli anni del franchismo. Nel decennio successivo l’Eta rialza il tiro: nel 1995 falliscono gli attentati contro il futuro premier José Maria Aznar e contro il Re Juan Carlos.

Il più grave passo falso è commesso alla fine degli anni ’90. Per ottenere il rilascio dei prigionieri, l’Eta rapisce un giovanissimo leader del Partito Popolare basco: Miguel Angel Blanco. Tutta la Spagna scende in piazza per chiederne il rilascio ma l’ostaggio è giustiziato con due colpi alla nuca, gettato all’angolo di una strada isolata e ritrovato agonizzante e con le mani legate. Morirà la notte stessa in ospedale, ma il suo assassinio farà da spartiacque del consenso popolare basco alla causa separatista.

I primi anni del nuovo millennio rappresentano l’ultima recrudescenza violenta dell’Eta, con autobombe a San Sebastian e Madrid tra fine 2001 e 2002 (a Madrid i feriti saranno 95 ma l’obiettivo è mancato). Nel clima di lotta globale al terrorismo dopo l’11 settembre, la collaborazione tra autorità francesi e spagnole smantella i vertici dell’Eta saranno falcidiati dalla scure degli arresti. Il tentativo di attribuire all’Eta la strage jihadista alla vigilia del voto del 2004 costerà al premier popolare una clamorosa e inattesa sconfitta. Si giunge così alla dichiarazione da parte dei terroristi superstiti di un cessate il fuoco permanente nel marzo del 2006. La tregua dichiarata rotta poco dopo dall’attentato a uno dei parcheggi dell’aeroporto di Madrid Barajas il 30 dicembre e quindi da una serie di attentati per tutto il 2008.

Gli arresti di massa che seguirono a quest’ultima ondata di attacchi dell’Eta porterà ad una dichiarazione di cessazione di ogni attività armata all’inizio di settembre del 2010 contestualmente all’arresto dell’ultimo capo Ibon Gogeascoechea. Nel 2017 i vertici hanno reso noti tutti i depositi di armi, disarmando così l’organizzazione. Fino all’ultima dichiarazione dell’aprile 2018, che ha indicato il 5 maggio come il giorno dello scioglimento perenne dell’Eta. Restano 400 i militanti imprigionati

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

2 Comments on “3 maggio 2018: l’Eta si dissolve dopo 60 anni di lotta armata

    • Pubblicando il pezzo pensavo alle tue cose per Indipendenza ma credo anche per Frigidaire … Grazie Gianni

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