Dopo la condanna il santone stupratore piange e invoca pietà

L’induismo gode di un diffuso pregiudizio favorevole, grazie anche al ruolo ricoperto nell’immaginario occidentale da un’icona della nonviolenza come Gandhi. In realtà, come per tutte le religioni, sono ben radicate dentro il suo corpo vasto frange assai violente. Come questa setta, balzata nei giorni scorsi alla ribalta per gli scontri violentissimi scatenati in difesa del suo santone, condannato  a vent’anni per stupro:

 Il guru Gurmeet Ram Rahim Singh ha pianto e si è gettato a terra: “Abbiate pieta di me”, ha gridato alla Corte che gli aveva inflitto due condanne a dieci anni ciascuna da scontare consecutivamente per altrettanti stupri, 15 anni fa, di due giovani seguaci e 40.000 euro di multa. E’ la pena decisa in primo grado dal giudice di un tribunale della polizia criminale (Cbi) a Rohtak, nello Stato di Haryana, per il leader dell’associazione socio-spirituale Dera Sacha Sauda.
Quando venerdì scorso il magistrato aveva annunciato il verdetto di colpevolezza, i seguaci del ‘Messaggero di Dio’ si erano abbandonati a violenze non solo in Haryana, ma anche nei vicini Stati di Punjab e Rajasthan, e perfino nella capitale New Delhi. E il bilancio di alcune ore di inferno è stato di 38 morti, oltre 350 feriti, 1.000 arresti e gravissimi danni materiali.
Di un’altro culto induista, Ananda Marga, io mi ero occupato nella prima edizione di Fascisteria perché, con altre sette, era stato il luogo di riflusso, nella prima metà degli anni ’80, per un po’ di camerati in fuga dalla grande repressione. Essendo trascorsi circa 30 anni dai fatti ometto i nomi applicando il diritto all’oblio:

Le ronde pirogene e Ananda Marga

Diversa sorte tocca ai bolognesi delle Ronde pirogene antidemocrati­che, responsabili dell’incendio di 120 utilitarie. Sono accusati di farne parte un professore e un di­soccu­pato, entrambi aderenti all’associazione Ananda Marga, e due giovani. I quattro sono arrestati il 23 maggio 1989. Una settimana dopo è la volta di un   impiegato di 35 anni,. Le manette scattano anche per il padre di uno degli arrestati che per impedirne la cat­tura ha sparato con il fucile contro gli agenti: dovrà rispondere di tentato omicidio. Le Ronde bruciano le vecchie auto “simboli materiali dell’agglomerato sociale operaio–piccolo bor­ghese” ma – scrivono – “passeremo ben presto alla demoli­zione delle abitazioni dei pezzenti, dei ba­raccati, degli emarginati … e come terza fase alla soppressione fisica di tutti gli esseri abietti”. L’Ananda Marga, una setta induista, contesta l’uso del simbolo (una stella di David con sullo sfondo un sole nascente e uno swastika) da parte delle Ronde e pur ricono­scendo il rapporto con i due ar­restati nega ogni re­spon­sabilità per i “gesti fa­natici e insulsi eventualmente attribuiti ai due, perso­naggi con problemi psico­tici”, poiché l’associazione si occupa della diffusione dello Yoga come sistema per ritrovare l’armonia e l’equili­brio. Una dissociazione poco credibile: il mo­vimento, fondato in India nel 1951 da un maestro bengalese di yoga tantrico, si è reso protagonista di nu­merosi e gravissimi episodi di violenza politica. Shrii Shrii Anandamurti organizza contemporaneamente un movimento spirituale e po­litico basato sulla Teoria del­l’Utilizzazione Progressiva (il PROUT) che ha su­scitato l’in­teresse di impor­tanti economisti. Ananda Marga, in nome dell’opposizione al comunismo e al capitalismo, perse­gue una “terza via” e si dichiara contrario al sistema delle caste e fiero oppositore del Partito del Congresso. Dopo aver conseguito buoni risultati elettorali nel ‘67 e nel ‘69, il leader è arrestato nel 1971 per l’omici­dio di ex membri. La repres­sione prosegue: nel ‘75 Indira Gandhi mette al bando l’organizzazione in tutta l’India. L’assoluzione per Anandamurti nel ‘78 accentua il vittimismo degli adepti: alla denuncia della perse­cuzione politica per mo­tivi elettorali si accompagna il gesto di­sperato di otto seguaci (tra i quali cinque occidentali) che si suicidano col fuoco. Il movimento prende le distanze ma celebra il “sacrificio generoso”. Così in Australia, nel 1981, due adepti sono condannati per l’omicidio di un uomo politico ostile mentre l’anno successivo 17 membri del movi­mento sono uccisi in un tu­multo a Calcutta. La setta agli inizi degli anni Ottanta prende piede anche in Italia, reclu­tando in am­bienti evoliani: l’allarme è lanciato da Heliodromos, la rivista del Fronte della Tradizione che in un dotto articolo del professore Claudio Muttii (sotto pseudo­nimo) esamina tutte le violazioni dell’ortodossia hindu (universalismo, antropo­centrismo, in­fluenze steineriane) commesse dai seguaci della nuova scuola di yoga tantrico, una dottrina che ha in­fluenzato anche Soho Asahara, il santone di Aum, la setta della strage col gas nervino nel metrò di Tokyo. Nell’inchiesta sulle Ronde pirogene è coinvolto anche un veronese, figlio di un fiduciario della rete CIA, portata alla scoperto dall’inchiesta Salvini sul reseaux ordinovista veneto per le stragi del periodo 1969-1974. Una conversazione telefonica del giovane, sul “terzo uomo” di Ludwig (la prima organizzazione terroristica di ispirazione politico-religiosa, un mélange di intransigentismo cattolico e razzismo nazista) è citata nella sentenza ordinanza contro le Ronde. Il giudice istruttore Grassi sottolinea i rapporti con i Nuclei sconvolti della sovversione urbana e con l’estrema destra veronese. Nel documento “Piro acastasi”, redatto dal leader e sequestrato a un militante veronese il cui nome affiorerà nelle ultime indagini sulla strage di Brescia, emergono i punti di contatti con la weltanschaung di Ananda Marga, in particolare la teoria del fuoco purificatore. Questi ultimi due militanti delle Ronde sono stati chiamati in causa da un teste per la strage alla stazione di Bologna. Un rapporto del capitano Giraudoii sottolinea come “molte delle persone coinvolte nel procedimento relativo alle Ronde appartengono all’organizzazione Ananda Marga, struttura con estensione in vari paesi ed obiettivi non soltanto filosofici e religiosi ma anche rivoluzionari, con una struttura formata non soltanto di monaci ed adepti, ma anche da un servizio d’ordine e da regole molto rigide, di carattere quasi militare, cui erano costretti a sottoporsi gli adepti, ma anche da un servizio d’ordine e da regole molto rigide, di carattere quasi militare, cui erano costretti a sottoporsi gli adepti, con una simbologia nazista ed una partecipazione molto vasta di ex appartenenti a Ordine Nuovo”iii.

i Feirefiz Che cos’è Ananda Marga, Heliodromos, n.18, gennaio-febbraio 1983.

ii Annotazione sulle emergenze investigative relative al coinvolgimento di strutture di intelligence straniere sulla cosiddetta “strategia della tensione”, integralmente pubblicato in Fabrizio Calvi – Frederic Laurent Piazza Fontana, cit., pp.269-300.

iii Ivi,p.277.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Dopo la condanna il santone stupratore piange e invoca pietà

  1. salve vorrei sapere se ananda marga e’ realmente punibile in caso di “raggirare” i ragazzi che credono di fare yoga e diventare insegnanti ….. e invece poi diventano vittime del sistema……come i genitori possono capire ?

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