Vivirito, il cappellano e quel maledetto saluto romano

Nei giorni scorsi ho pubblicato nel canale youtube il video, girato da Marcello Sinibaldi e gentilmente trasmessomi, sulla cerimonia per il quarantennale della morte dell’avanguardista Umberto Salvatore Vivirito, morto per le ferite riportate in un conflitto a fuoco con il gioielliere che stava rapinando. Al rito del presente ha partecipato anche un sacerdote, il cappellano del Campo X. Se n’è accorto un osservatorio antifascista e lo ha prontamente segnalato. Il puntuale rilancio dalle pagine di la Repubblica da parte di Paolo Berizzi ha scatenato l’inferno. Ad aumentare l’indignazione per l’improvvido gesto il fatto che fosse riservato a un rapinatore …

vivirito
Va bene che oramai, dopo 25 anni di peste giustizialista ci si può aspettare di tutto ma bisogna pur ricordare che la giurisprudenza più fresca, con i proscioglimenti per le commemorazioni di Ramelli a Milano, esclude che il saluto romano in cerimonie funebri e riti del presente costituisca apologia di reato. Del resto gli stessi avanguardisti hanno adottato come saluto d’ordinanza, proprio per non incappare in incidenti giudiziari, il saluto del legionario (il pugno portato al cuore) e usano il saluto romano solo nel presente.
Così come, fermo restando che le rapine sono sempre state un crimine, è opportuno richiamare alla memoria il fatto che negli anni Settanta era una prassi diffusa per i movimenti rivoluzionari, a destra come a sinistra, finanziare la lotta politica con rapine e sequestri di persona.
Nel pomeriggio la rassegna stampa completa …

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

2 Comments on “Vivirito, il cappellano e quel maledetto saluto romano

  1. Caro Ugo Maria Tassinari, Umberto Vivirito non può essere stato vittima del conflitto a fuoco col gioielliere per queste ragioni:
    1° il gioielliere disse di aver ferito il rapinatore a un piede o a una gamba perché lo vide allontanarsi correndo ma zoppicando leggermente. Quindi una ferita non certo mortale
    2° Umberto Vivirito morì tre giorni dopo la rapina ed era stato colpito a un fianco con una pallottola a frammentazione (su cui non si è potuta eseguire alcuna analisi balistica perché del tutto frammentata) detta pallottola aveva attraversato tutto il basso ventre di Umberto Vivirito divisa in innumerevoli schegge che avevano leso tutti gli organi dalla milza al fegato, al pancreas, agli intestini e al peritoneo tutti questi organi perforati in innumerevoli punti e in queste condizioni non si sopravvive tre giorni senza cure mediche (Umberto si ricoverò in ospedale solo l’ultimo giorno)
    3° Tu conosci forse un gioielliere che userebbe nella sua pistola proiettili dum dum? Io non credo!

    • e quindi chi gli ha sparato? Vittima di fuoco amico? Comunque tutte le cose che ho letto su Vivirito collegano la morte alla rapina e alla mancate cure in ospedale

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