Froci, zingari e Vesuvio: la maionese è impazzita

La scorsa settimana abbiamo avuto modo di appassionarci alla querelle tra Sarri e Mancini. La piccola infamia consumata da Mancini (se uno di dà del ricchione lo prendi a pugni non “porti spia alla maestra”) gli si è rivoltata contro: Sarri se l’è cavata con una squalifica irrisoria, Mancini è stato sgamato sui suoi precedenti specifici nell’uso di insulti “omofobi” e costretto (presumibilmente dall’ufficio comunicazione dell’Internazionale) ad accettare a freddo le scuse, il popolo del web, delle curve ma anche dei mercatini rionali ha trovato un facile bersaglio da affondare nel ridicolo. Alla fine il bilancio poteva essere considerato in attivo.

Poi è arrivata la domenica e la questione si è riproposta in progressione geometrica.
Da una parte quelle latrine dei tifosi della Sampdoria che invocano il Vesuvio per lavare con il fuoco i napoletani. Gente che in 45 anni ha pianto 88 morti “lavati via” dalle tante alluvioni dei torrenti che precipitosamente dagli ultimi contrafforti dell’Appennino ligure scendono in Riviera. E quindi non si rende conto.  O, più semplicemente non esprime una maledizione reale ma un eccesso insensato.
Dall’altra il capitano De Rossi che ordina il silenzio a quello “zingaro di merda” del centravanti della Juve. E subito c’è chi invoca punizioni esemplari, chi si diverte a ricordargli i legittimi risentimenti per le sue vicissitudini personali che l’hanno portato ad avercela con gli zingari (gli intrecci tra la ex moglie e il clan Sinti dei Casamonica). E chi, come il vecchio mister Orrico, un allenatore d’altri tempi, ricco di esperienza e umanità che semplicemente obietta: “Ma zingaro di merda mica è un insulto”.

E se, semplicemente, cominciassimo a considerare il calcio quello che è: un gioco che muove un business enorme e agita spazi importanti dell’immaginario collettivo. Ma sempre e solo un gioco è?

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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