Il delitto della Camilluccia: l’irriducibile Egidio Giuliani e l’effetto Noodles
I fermi di stamattina dei due presunti complici del “delitto della Camilluccia” confermano le ipotesi interpretative, da me elaborate a caldo per questo blog e per le pagine del “Garantista”. Partivo allora da una provocatoria domanda, “sono tutti pazzi questi fascisti?”, per poi parlare di sindrome del “suonatore Jones“: se sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita. Ma forse per Egidio Giuliani, che dovrebbe essere il “capo del commando”, è il caso di parlare di effetto Noodles (l’epico protagonista di “C’era una volta in America”): uno che la puzza della strada e della cella in cui ha trascorso la maggior parte della sua vita se l’è portata dentro.
Era una persona di talento, con grandi capacità organizzative, Giuliani e infatti ha finito per rappresentare un caso irripetuto nella storia degli anni di piombo: l’unico operativo capace di assicurare supporto logistico sia per i “neri”, dai cui ranghi proveniva, sia per i “rossi”. Una storia che ho già avuto modo di raccontare su Fascinazione, in occasione della morte atroce di Sergio Calore. Del lungo brano, estrapolato da “Guerrieri” (Immaginapoli, 2005, pp.142-146) riprendo qui ancora dieci righe, interessanti:
Il rapporto tra Egidio e Gigi [Cavallini] si è consolidato nell’autunno del 1979, quando il latitante milanese gli ha assicurato un maggior ricavo per il riciclaggio dell’oro e dei gioielli rapinati a un grossista di preziosi libico, piazzandoli nel giro dei malavitosi veneti. Mordechai Fadlum è sequestrato in casa con la famiglia, l’8 ottobre. I banditi – ad agire sono almeno in sei – si recano una prima volta con le chiavi nel deposito di Santa Maria Maggiore ma non riescono ad entrare, tornano per riprendersi il titolare e questa volta aprono la cassaforte. Non riescono a portarsi via tutto e rinunciano a un miliardo di bottino, asportando centocinquanta chili di oro e preziosi per un valore di 4 miliardi. Con l’ingente quota personale Giuliani ha rinforzato la sua struttura logistica acquistando, oltre a una macchina stampante offset per la falsificazione di documenti, un’agenzia pubblicitaria (Adp) per la cui gestione costituisce una società commerciale composta dagli stessi soggetti del gruppo che ruota intorno a Colantoni.
Delle evidenti analogie tra il delitto della Camilluccia e il modus operandi dei “guerriglieri neri” romani mi ero occupato sulle pagine del ‘Garantista’, ma richiamando tre rapine degli ultimi Nar, quelli nati dalla fusione operativa tra i quadri militari di Terza posizione e i latitanti superstiti. Avevo rimosso invece il “colpo grosso” contro Mordechai Fadlum, che le precede di un paio di anni. Il gioielliere era ebreo e finì ammazzato, pochi anni dopo, in una campagna terroristica che in qualche mese colpì a morte a Roma alcuni profughi libici fuggiti dopo il golpe Gheddafi e decisi a resistere all’intimazione di rimpatriare. (1-continua)
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