Dell’arresto di Joe Fallisi, da anarchico a naziweb

Ha fatto scalpore l’arresto, nel blitz di ieri contro un network naziweb, di Joe Fallisi, storico militante dell’estrema sinistra libertaria, noto soprattutto come uno degli autori della “Ballata del Pinelli”. Lo accusano di aver diffuso su suoi canali web e Telegram contenuti propagandistici nazisti, antisemiti, razzisti. L’approdo a posizioni apertamente paranoiche e complottiste sul “dominio mondiale” dell’Internazionale di Shylock è l’esito non isolato di un radicale impegno propal. Joe Fallisi nel 2010 fu sequestrato da agenti israeliani dopo il loro assalto a Freedom Flottilla, una missione navale per trasportare aiuti alla popolazione di Gaza. Del suo impegno all’epoca – in area anarchica e pacifista – offre testimonianza Kelebekler, il sito di Miguel Martinez (12)

Una testimonianza importante su quello che è stato e quello che è diventato Joe Fallisi ce lo offre un militante dei Cub – Confederazione unitaria di base, Cosimo Scarinzi, che ha condiviso la militanza milanese nella corrente più radicale della sinistra rivoluzionaria lungo il decennio rosso.

La testimonianza di Scarinzi

Il buon sindacalista di ventura legge stamane dell’arresto per terrorismo neonazista del tenore Joe Fallisi. La stampa pone particolare attenzione su di lui per il suo peculiare percorso politico che lo avrebbe portato, nell’arco di oltre un cinquantennio, dall’anarchismo al nazismo, insomma è un personaggio mediaticamente interessante.

La militanza in area situazionista

joe fallisi

Se si volesse essere precisi, Joe Fallisi negli anni ’70 frequentava il milieu che si era soliti definire parasitua ed era cioè costituito da persone che facevano riferimento all’elaborazione dell’Internazionale Situazionista ma, a ben vedere, non è di grande utilità applicarsi alla tassonomia dell’ultrasinistra.

Fatto salvo che nulla può dire sulla sua situazione dal punto di vista giudiziario e che lo ha perso di vista da oltre un quarantennio, al buon sindacalista di ventura torna in mente il giovane Fallisi che ha conosciuto a Milano negli anni ’60/70 e sorge la domanda se già allora si potessero cogliere i semi della sua deriva seguente quella che lo stesso Fallisi così sintetizza

“Per me non si tratta di ‘diventare’ nulla di quel che gli etichettatori vorrebbero, ma di superare l’8-900 con tutte le illusioni ideologiche e gli orrori che corteggiano gli ultimi due secoli. Il nazionalsocialismo, così come il fascismo, con tutti i loro errori anche tragici, appariranno quel che effettivamente rappresentarono: l’ultimo argine alla presa del mondo da parte dell’internazionale di Shylock.”.

Un leader naturale ma élitario

Allora Fallisi, che lo colpiva in particolare per la conoscenza della musica classica, gli sembrava una persona brillante e cortese, un leader naturale. Nello stesso tempo si caratterizzava per l’evidente convincimento di essere parte di una ristretta élite e per la radicale distanza nel modo di porsi dal comune sentire del milieu proletario che il buon sindacalista di ventura frequentava.

In altri termini più che un anarchico gli sembrava un anarca. Se lo spiegava con la considerazione che era un artista e gli artisti si sa tendono ad essere un po’ egolatri e narcisisti. Certo non avrebbe mai immaginato l’evoluzione seguente, ma si sa, vi sono in cielo e in terra più cose che in qualsiasi altro luogo.

La corrente consiliarista

A differenza di Scarinzi, io sono invece fissato sull’entomologia delle “micro-nanze” politiche e provo quindi a classificare meglio la sua matrice. Per essere più precisi era nel giro consiliarista di Ludd, la sintesi tra operaismo e situazionismo prodotta da quei due geni di Gianfranco Faina e Riccardo d’Este, provenienti dall’esperienza di Quaderni rossi e di Classe operaia. Entrambi poi metteranno capo all’esperienza originale (dentro la lotta armata) di Azione rivoluzionaria. L’unico gruppo che adotta in Italia il modello organizzativo dei Weather Underground: i gruppi di affinità. E del resto della sua appartenenza all’area della sinistra critica c’è traccia nella sua versione della ballata del Pinelli in cui attacca “progressisti e recuperatori”.

I negazionisti di sinistra

Non è l’unico caso di un radicale antisionismo che approda a posizioni di becero e complottista antigiudaismo: lo ha preceduto da parecchi anni, giusto per fare un nome, un intellettuale di pregio come Serge Thion, partito come supporter del FLN algerino e approdato a un negazionismo radicale che gli costerà il licenziamento dal Cnr francese e condanne penali.

Del resto il padre del “revisionismo olocaustico”, Paul Rassinier era un militante socialista libertario, prigioniero in un lager in Germania, che comincia a maturare una posizione “negazionista” a partire da una feroce critica dello stalinismo e del rapporto a suo dire collaborazionista con le autorità dei campi, tenuto dai militanti cominternisti ortodossi.

Uno dei materiali d’accusa

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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