20 aprile 1978: le Br uccidono a Milano il maresciallo Di Cataldo
Verso le 7 del 20 aprile 1978, a Crescenzago (MI), mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus per recarsi sul posto di lavoro, il maresciallo Francesco Di Cataldo fu affrontato da due terroristi che gli esplosero contro numerosi colpi d’arma da fuoco, uccidendolo all’istante. L’omicidio venne rivendicato dalle Brigate rosse-Colonna “Walter Alasia”, nell’ottica di quel deciso attacco al “mondo penitenziario”, che le Brigate rosse avevano deciso di sferrare colpendone le varie componenti, anche per protestare contro «il trattamento carcerario dei prigionieri politici» e l’apertura del circuito detentivo “differenziato” per essi previsto. Di qualche giorno prima era stato l’attentato a Torino dell’agente Lorenzo Cutugno; di poco più di un mese dopo sarà quello al maresciallo Antonio Santoro, comandante delle guardie del carcere di udine, ucciso dai Pac. Nel febbraio di quello stesso anno era stato ucciso il magistrato Riccardo Palma; nei mesi successivi, sarebbero stati colpiti a morte, tra gli altri, anche l’agente Giuseppe Lorusso, il magistrato Girolamo Tartaglione, l’antropologo criminale Alfredo Paolella, ucciso a Napoli da un commando di Prima Linea.
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