Strage di Bologna, all’onorevole Enzo Raisi non piacciono i miei dubbi

ancora Raisi

Le reazioni scomposte dell’onorevole Raisi si inaspriscono.  Qui a fianco potete leggere il suo status su Facebook che contiene numerose notizie non rispondenti al vero: dagli amici dei servizi attribuitimi (i miei amici sono, caso mai, i brigatisti a cui lui ha dedicato tanta attenzione polemica) alle sottolineature della sua condizione di ex parlamentare, cosa che non mi appartiene: è facilmente verificabile che nel post oggetto della sua replica aggressiva l’ho citato entrambe le volte come onorevole Raisi. E del resto come potrei mancare di rispetto a una personalità pubblica che ha dato risalto al ruolo svolto dal mio blog per la sua stessa ricerca sulla strage di Bologna? Io gliene sono grato e gli sarò ancora più grato se abbassa i toni, evita gli insulti (che io non gli ho mai rivolto) e accetta un confronto civile.

Ciò chiarito, entriamo nel merito. E’ lo stesso  Enzo Raisi che nell'”ultima frase” scrive:

Nelle indagini svolte dalla Procura di Bologna sul caso Di Vittorio ci sono solo due cose: da una parte i verbali di alcuni testimoni di medicina legale che confermano quanto io riportai sull’episodio dei due che scappano di fronte al cadavere di Di Vittorio e il carabiniere che cerco’ di inseguirli e dall’altra la deposizione volontaria della sorella che difende, giustamente e ovviamente il fratello senza dare peraltro nessuna spiegazione sui fatti strani che ho citato in questa breve relazione.

Invece, come dimostra il documento da me pubblicato, esiste un atto della procura in cui c’è appunto la descrizione del cadavere che non figura nella scheda sommaria dell’istituto di medicina legale da lui pubblicata.  Atto di cui sono in possesso grazie alla digitalizzazione integrale con indicizzazione di tutti i faldoni del processo sulla strage.

La cosa divertente è che, a detta di un avvocato che il processo lo conosce bene, Valerio Cutonilli, difensore di Luigi Ciavardini, in realtà non c’è un nesso stretto tra posizione delle vittime rispetto al punto di esplosione e danni subiti:

All’esito delle indagini (che muovono dall’assioma dell’attentato deliberato), resto assolutamente dell’idea che spiegai in un pezzo pubblicato all’epoca nel tuo sito (poi chiuso). A mio avviso gli elementi acquisiti da Raisi nel 2012 (confermati nell’indagine di Cieri) erano insufficienti per muovere accuse a Di Vittorio. Quelli utilizzati dal Pm nella richiesta di archiviazione (che andrebbe letta) sono inidonei, sempre a mio personale avviso, a chiarire le ragioni della sua presenza alla stazione di Bologna. Ciò premesso, occorrono alcune precisazioni. Sulla salma di Di Vittorio non è stata effettuata alcuna autopsia. Lo stralcio da te riportato riguarda il cd esame esterno che (come tutti sanno) è altra cosa dall’autopsia. Le ragioni per cui non venne eseguita l’autopsia (su quasi tutte le vittime di Bologna) mi sfuggono. Dall’esame esterno risulta che il cadavere del ragazzo presentava non solo ustioni estese in quasi tutto il corpo ma anche tratti di carbonizzazione primaria sulla cute. Se non erro, i tratti di carbonizzazione riguardano 2 vittime su 84 (come noto l’85^ vittima non è mai stata ritrovata se non in qualche minimo frammento). Detto sinceramente, non so cosa provi quello che ho appena spiegato ma i termini della questione andrebbero indicati con esattezza. E serenità. (…) io su questa storia di convincimenti non ne ho di sicuro e speravo che l’indagine offrisse dati concreti per averli. prescindiamo però dal caso di vittorio e ragioniamo sul discorso generale delle conseguenze fisiche che, secondo me, dipendono dal ruolo assegnato all’eventuale vittima di un’esplosione prematura. nelle grandi manovre che preparano un’azione di attacco non esiste solo “un” o “il” trasportatore. c’è un discreto numero di persone dislocato nell’area. anche la questione della dissoluzione nel nulla di qualche vittima è questione complessa. basti pensare che l’85^ (i cui resti acquisiti agli atti consistono in un lembo facciale e poco altro) non solo era assolutamente e sicuramente estranea allo spostamento della nitroglicerina (la sua è forse la storia più tragica in assoluto essendo perita con la figlioletta di soli tre anni) ma addirittura era in una posizione defilata, comunque più distante di molte altre vittime dal punto dell’esplosione. conta che erano in quattro posizionate gomito a gomito: una addirittura sopravvive (e testimonia il posizionamento di lei e delle amiche al momento dell’esplosione), la bimba muore per una scheggia mentre la mamma di quest’ultima si polverizza all’istante. ho parlato con alcuni accademici esperti della materia – che nulla sanno di br, fplp, carlos, nar etc -e nessuno di loro è riuscito a spiegarmi come può essere avvenuta la polverizzazione.

E a questo punto davanti all’impotenza degli esperti ci fermiamo anche noi.  Per questo post è abbastanza.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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