Strage di Dacca: arrestato il basista, professore universitario

AGGIORNAMENTO del 17 luglio:
Un professore universitario e altre due persone sono stati arrestati con l’accusa di avere ospitato i terroristi artefici dell’attacco al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, in Bangladesh, in cui morirono venti ostaggi, tra i quali nove cittadini italiani. Si conferma così l’elevata composizione sociale del commando islamista.

Guerra santa o guerra di classe

Siete andati in Bangladesh per reclutare gli schiavi in grado di produrre i vostri tessuti, da vendere sui mercati europei al prezzo della vita e del sangue di donne e bambini. In un paese dove 150milioni di disperati sopravvivono in un territorio martoriato, avete cercato famelici manodopera capace di fare più e meglio di quella cinese. Avete trovato la morte per mano di sanguinari soldati jihadisti, che hanno sgozzato chiunque di voi non conoscesse il Corano. Hanno colpito il bersaglio, hanno identificato il nemico in quel ristorante e lo hanno trucidato. Siete vittime di una guerra, siamo tutti potenziali bersagli. Il motivo che arma quelle mani e ottunde quelle menti lo abbiamo costruito noi, l’ alibi lo forniamo ogni giorno. Il mondo è uno solo, la convivenza civile, il rispetto della dignità e della vita umana non lo si può pretendere a senso unico. E non si può più immaginare di farla franca senza cambiare prospettiva. 

Un’analisi lucidissima

daccaE’ sorprendentemente lucida l’analisi di classe che impronta il commento di PierPaolo Petino sulla strage di Dacca. PierPaolo, infatti, è un giornalista napoletano di formazione sportiva ma capace di giocare a tutto campo. E il suo orientamento politico non è certo di sinistra. Eppure, in tutta evidenza, ha ragione.

Gli imprenditori tessili e i consulenti ammazzati nella capitale bengalese sono l’altra faccia della medaglia di una globalizzazione devastante, il complemento dei compound cinesi nel circondario fiorentino e alle falde del Vesuvio. Per abbattere i costi, si tratti di prodotti originali o di pezzotti, si ricorre alla manodopera schiavizzata e si espelle dal lavoro la classe operaia italiana.

In Bangla Desh, tocca ricordare le campagne umanitarie che tante emozioni suscitano nelle nostre anime belle, non esistono limiti di età né tutele per il lavoro minorile. E quindi il capitale di avventura vi è irresistibilmente attratto. Ieri gli islamisti hano presentato il conto. Non a caso il grosso delle vittime erano italiane e giapponesi, l’altra grande potenza dell’impero della moda.

I giornali di oggi fanno notare che mai in precedenza erano stati uccisi tanti italiani all’estero in un solo colpo.  E’ vero. Come è anche vero un altro dato: in venti anni di lotta armata le Brigate rosse e le altre organizzazioni hanno ucciso molti “funzionari del capitale” (manager anche apicali dei più importanti gruppi industriali: Fiat, Alfa Romeo, Montedison) ma nessun “padrone”…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

4 Comments on “Strage di Dacca: arrestato il basista, professore universitario

  1. L’ analisi non fa una piega ma pecca di alcuni luoghi comuni di certa analisi sociologica marxiana che si contraddice ab origine
    1) Ad uccidere in nome di Allah e non della lotta de classe sono stati i figli delle classi agiate e benpensanti del Bangladesh, così come da noi spesso a terorizzare ( più che praticare ) la lotta di classe erano i figli di giornalisti, politici, professori universitari e pochissimi operai.
    2) E tuttavia legittimo che chi ha studiato , e’ colto, e’ agiato scelga di fare la lotta armata contro qualcos’ altro ( basta vedere la minoranza insurrezionalista mazziniana)ma anche nella lotta armata ci sono delle regole che per esempio le Br avevano , ma sgozzare pubblicamente e’ abbastanza barbaro e controproducente in termini di propaganda.
    3) Chi ha voluto il mercato globale e la speculazione globale e lo sfruttamento globale sono gli stessi che amano la globalizzazione compresa la lotta di classe globale, la filantropia globale, il meticciato globale e sono internazionalisti ed adorano questi cazzo di diritti universali al posto dei diritti specifici e radicati dei popoli di decidere che cosa e’ specificamente il Diritto ed il Dovere per quella Terra, per quel Popolo, per quella cultura , per quella specie . Quindi anche in questo marxisti e capitalisti, vittime e carnefici, rimangono figli dello stesso dio maggiore e ne pagano
    tutti le conseguenze.
    Tutte le contraddizioni di Utopia stanno arrivando al traguardo , speriamo che Mito si risvegli e faccia il giusto lavoro che gli spetta periodicamente dentro la Storia.

  2. Non credo sia questa la preoccupazione di quei terroristi che non dimostrano alcuna sensibilità per problemi di natura sociale. E chi arma le loro mani non ha alcun interesse ad innescare una rivolta sociale. Anzi.

    • Fabrizio, anche in altre occasioni (vedi la strage al museo del Bardo, o gli attacchi a Sarm El Shaik, gli jihadisti puntano a colpire l’economia nazionale a scopo di destabilizzazione… Sono feroci e brutali ma fessi non sono …

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