9 dicembre 1974: si uccide in cella l’autonomo Bruno Valli

Il 5 dicembre 1974, pochi minuti prima di mezzogiorno. Qualche solerte cittadino ha avvertito la stazione dei carabinieri di Castel d’Argile che un “furgone sospetto” staziona nei pressi della località Argelato. Il brigadiere Andrea Lombardini si precipita sul posto, nonostante sia il suo giorno di riposo. Si avvicina al fiat 238 e chiede i documenti ai tre giovani seduti all’interno. La risposta risuona chiara nella bassa bolognese: una breve raffica parte dallo sten di Ernesto Rinaldi, un militante di “Rosso” che ha perso la testa e uccide il carabiniere.

Il commilitone di Lombardini sceso dall’auto comincia anch’egli a sparare, ma dopo aver forato una gomma al furgone in sosta, viene disarmato dai compagni che in un primo momento fingono di arrendersi. La giornata doveva concludersi con una rapina al portavalori dello zuccherificio Siiz. I compagni costretti dagli eventi – sono ben nove le persone coinvolte nella rapine  – devono scappare per i campi. Passano meno di 24 ore che gli inquirenti riescono ad arrestare Bruno Valli, Stefano Bonora e Claudio Vicinelli, infangati e infreddoliti che vagano per la bassa.

Uno dei tre arrestati, l’elettricista Bruno Valli, 26 anni, figlio di una famiglia proletaria del Varesino, si impicca nel carcere di Modena il 9 dicembre 1974. Chi lo ha potuto conoscere lo ricorda come un militante lucido e pronto ad ogni sacrificio; e in quella cella dove poi si uccise, dicono che scrisse con il suo sangue due parole supra un muro: “Libertà o morte”. Proveniente dal gruppo Gramsci, era esperto di armi e di esplosivi e latitante dal mese di luglio perché accusato di aver partecipato a una rapina in cui era stata uccisa una guardia giurata. Si era perciò appoggiato alla rete milanese di “Rosso” che lo aveva messo in contatto con gli autonomi bolognesi del circolo Gatto selvaggio che organizzano la rapina al portavalori.

Altri compagni, collegati al gruppo di fuoco,  cercano rifugio in Svizzera, sempre attraverso la rete logistica di “Rosso” ma vengono arrestati poco dopo lo sconfinamento. In occasione dell’inizio del processo i compagni bolognesi organizzano una rapina e un attentato dimostrativo contro i carabinieri.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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