31 gennaio, Nigeria: raid islamista in un villaggio, 86 morti

autobomba innesca strage
strage al mausoleo sciita di Damasco

Il mese finisce con un duplice massacro, in Siria e Nigeria. Due carneficine, per un bilancio provvisorio di oltre 160 vittime

notte 30-31 gennaio Raid di Boko Harama in villaggio nigeriano: 86 morti – Almeno 86 vittime nell’attacco di Boko Harama nella notte a Maiduguri nella Nigeria nordorientale, secondo testimonianze locali. Il portavoce dell’esercito nigeriano Mustafa Anka ha confermato l’attacco ma non il bilancio delle vittime.
L’attacco è avvenuto nella tarda serata di sabato 30: i jihadisti hanno colpito con armi ed esplosivi il villaggio di Dalori, a 12 chilometri da Maiduguri, quindi hanno appiccato il fuoco. Testimoni hanno riferito che molti abitanti, tra cui diversi bambini, sono bruciati vivi nel rogo.
31 gennaio Strage al mausoleo sciita di Damasco: 70 morti, 110 feriti– – Lo Stato islamico ha rivendicato il triplice attentato a sud di Damasco in cui sono rimaste uccise almeno 70 persone. Le esplosioni sono avvenute nei pressi del mausoleo sciita di Sayyida Zeinab. Altre 110 persone sarebbero rimaste ferite nelle esplosioni, una delle quali sarebbe stata causata da un’autobomba. Inizialmente si era parlato di 12 morti, poi di 30 e di 45, infine di 60. E il numero continuerà a crescere nelle prossime ore visto le condizioni di numerosi feriti. Secondo l’agenzia di Stato Sana, che cita una fonte del ministero degli Interni, i terroristi hanno prima fatto esplodere un’autobomba vicino ad una stazione degli autobus: quando le persone si sono avvicinate per aiutare i feriti, due kamikaze si sono fatti saltare in aria. Il mausoleo-moschea è il luogo di sepoltura della nipote del profeta Maometto ed è meta di pellegrinaggio per gli sciiti, non solo siriani. Il sito è già stato preso di mira in passato: nel febbraio del 2015 un attacco suicida a un posto di blocco vicino al mausoleo causò la morte di quattro persone e il ferimento di altre 13. Nello stesso mese venne colpito anche un autobus di pellegrini libanesi diretto alla moschea, in un attentato rivendicato dal fronte al Nusra, legato ad al Qaida, e costato la vita a nove persone.

 

28 gennaio – Kamikaze Isis attacca presidenza Yemen: 7 morti – “Attacco kamikaze dell’Isis oggi contro il palazzo presidenziale ad Aden nello Yemen”. Lo riferisce la direttrice del gruppo di monitoraggio dei siti jihadisti ‘Site’, Rita Katz su Twitter, citando il network di propaganda dei jihadisti ‘Amaq’. Katz aggiunge che “almeno 7 persone sono rimaste uccise nell’attacco e 10 ferite”. L’Isis rivendica sul web l’attacco kamikaze al palazzo presidenziale di Aden aggiungendo che è stato condotto dal “combattente olandese ‘Abu Hunaifa al-Hollandi'” chw si è fatto saltare in aria all’esterno dell’edificio, uccidendo in maggioranza guardie della sicurezza.  L’attentatore suicida si è lanciato contro alcuni blocchi di cemento posti a protezione del cancello d’ingresso. Il palazzo presidenziale è situato nel quartiere di Mashiq. Il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi ha fatto ritorno recentemente ad Aden dopo aver trascorso molti mesi in esilio in Arabia Saudita, dove era fuggito davanti all’avanzata dei ribelli sciiti Houthi. Questi ultimi controllano la capitale, Sanaa, dal settembre del 2014.

27 gennaio – Seattle, raid contro baraccopoli: 2 morti e 3 feriti gravi – Ancora una sparatoria si è verificata negli Stati Uniti, obiettivo un accampamento dove vivono molti senzatetto. Ad aprire il fuoco due uomini ora ricercati: armati di fucili hanno aperto il fuoco contro gli homeless, ricaricando più volte le armi, molto probabilmente delle mitragliette automatiche. Due morti e tre feriti gravi il bilancio del raid criminale. Immediatamente sono scattati i soccorsi e diverse ambulanze sono  accorse sul posto, una zona di Seattle chiamata “la giungla”. Nei giorni scorsi il sindaco della città aveva lanciato una campagna di aiuto per i senzatetto, chiedendo aiuto per spostare la loro baraccopoli in zone più “dignitose” e con servizi. I media hanno riferito che due uomini .

27 gennaio – Oregon, scontro a fuoco Fbi-miliziani: 1 morto. Arrestato il leader – L’Fbi ha arrestato Ammon Bundy, il leader del gruppo armato di “nazionalisti” americani che ha occupato dallo scorso 3 gennaio, in Oregon, un sito federale, il Malheur National Wildlife Refuge. Secondo le prime notizie l’arresto sarebbe seguito ad una sparatoria avvenuta lungo la strada che collega il luogo dove erano asserragliati gli oltranzisti della milizia paramilitare Usa e l’ospedale di Burns. Sia l’ospedale che la stessa strada sono stati messi in lockdown dalle autorità federali. Nello scontro a fuoco con gli agenti dell’Fbi, una persona è rimasta uccisa, un’altra gravemente ferita. Assieme ad Ammon Bundy sono stati arrestati almeno altri sei componenti della “milizia patriottica”, tra cui il fratello del leader che è rimasto lievemente ferito durante il conflitto a fuoco. Tutto è successo ad un posto di blocco della polizia, durante il quale sono stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco. Un uomo disarmato – ha affermato la polizia – è rimasto ucciso. Ma non è ancora chiara la dinamica dell’accaduto, nè l’identità della vittima. Secondo una delle occupanti, la vittima è suo padre, un giornalista indipendente che si era assunto il ruolo di portavoce della “milizia”, Robert ‘LaVoy’ Finicum

26 gennaio – Morta l’ebrea ferita ieri sera da due palestinesi 
Avrebbe festeggiato il suo ventiquattresimo compleanno la settimana prossima Shlomit Krigman, ma la sua giovane vita è stata spezzata dal terrorismo. È lei l’ultima vittima della spirale di violenza palestinese, morta la mattina di martedì 26 gennaio per le ferite da coltello riportate in un attacco terroristico perpetrato la sera del 25 a Beit Horon, un insediamento nella West Bank. Gli attentatori palestinesi, poi uccisi dalla polizia, hanno pugnalato lei e un’altra donna di cinquantotto anni, ancora ricoverata in ospedale con ferite meno gravi. –

21 gennaio – Blitz antiterrorismo in Egitto: 10 morti per lo scoppio di una bomba
Nuovo sangue giovedì in Egitto. Almeno 10 persone (sette poliziotti e tre civili) sono rimasti uccisi dall’esplosione di una bomba mentre stavano effettuano un blitz in un appartamento nella parte ovest del Cairo, in prossimità di Giza. Tredici i feriti. Secondo la prima ricostruzione, la bomba è esplosa quando la polizia è arrivata in auto di fronte a un palazzo dove i sospetti militanti erano nascosti. Tredici persone sono rimaste ferite. Secondo il ministero dell’Interno, la bomba è stata piazzata da militanti dei Fratelli Musulmani ed è stata fatta esplodere quando le forze di sicurezza hanno cercato di fare irruzione nell’edificio. Il sito egiziano «Hadas Al Aan», considerato attendibile, scrive che secondo prime indagini i terroristi dell’appartamento di Giza dove è esplosa la bomba appartengono al gruppo «Ansar Beit el-Maqdes», la formazione attiva nel nord del Sinai e affiliatasi all’Isis nel novembre scorso. Il sito precisa che i terroristi del gruppo attivo prevalentemente nel Sinai risiedevano nell’appartamento dove è esploso l’ordigno e dove è stato rinvenuto un laptop con foto di possibili obiettivi di attentati in vista dell’anniversario della rivoluzione egiziana del 25 gennaio 2011: il commissariato di polizia di Al Haram, la zona dell’esplosione, la Prefettura della sicurezza di Giza e poliziotti.
Bomba e sparatoria di al-Shabaab a Mogadiscio: almeno 19 morti
Due violente esplosioni, causate da due autobombe, hanno scosso la capitale somala Modadiscio. Le due esplosioni sono avvenute davanti a un ristorante sul lungomare, a circa un’ora l’una dall’altra. Dopo la prima esplosione, secondo alcuni testimoni, sarebbe seguita una sparatoria e quattro jihadisti sarebbero asserragliati dentro il locale. Non c’è un bilancio ufficiale, ma ci sarebbero almeno 19 morti. Le forze di sicurezza hanno ripreso il controllo della zona solo all’alba. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo islamista al-Shabaab: “Siamo dentro e controlliamo il locale”, ha annunciato il portavoce per le operazioni militari del gruppo, lo sceicco Abdiasis Abu Musab, spiegando che all’interno e all’esterno del Cafè “vi sono molte vittime”. Parole confermate poi da Farah Abdulle, ufficiale di polizia. La polizia ha fatto sapere che i combattenti di al Shabaab hanno fatto esplodere la prima autobomba al crepuscolo. Una seconda esplosione è esplosa circa un’ora dopo mentre i soldati governativi facevano irruzione nel ristorante. Secondo una fonte dell’intelligence somala, il leader del commando è stato catturato per primo. Gli altri attentatori si sono asserragliati dentro il ristorante. Sono servite ore per neutralizzare tutti i terroristi.

20 gennaio
Raid all’Università in Pakistan: 21 morti, decine di feriti
Quattro uomini armati hanno fatto irruzione nell’università Bacha Khan a Charsadda, nella parte nordoccidentale del Paese, a 35 chilometri da Peshawar. Il bilancio parla di 21 morti e di decine di feriti. Gli attentatori sono stati neutralizzati dopo un lungo blitz, e la zona è ora sicura. L’attacco è iniziato alle 9.30 ora locale (le 5.30 in Italia), con due esplosioni e spari contro studenti e professori nelle aule o negli ostelli che li ospitano. Molte vittime sarebbero proprio ragazzi, ucciso anche un docente di chimica. Ci sono almeno almeno 50 feriti. Uccisi anche quattro dei militari intervenuti.
I terroristi si erano schierati al secondo e al terzo piano, ma sono stati “neutralizzati”, ovvero uccisi, da cecchini e dalle forze di polizia.19 gennaio
Pakistan: strage al mercato. 11 morti, 35 feriti
Attentato suicida in mezzo alla folla a Peshawar, nel nord ovest del Pakistan: almeno undici persone – tra le quali un bimbo di sette anni, un giornalista e diversi agenti di sicurezza -, sono morte nei pressi del mercato di Karkhano dove stazionava una pattuglia della forza paramilitare della Khyber Khasadar Force. Oltre 30 i feriti. Sei in modo grave. “Abbiamo ricevuto 35 feriti” ha confermato Toheed Zulfiqar, una funzionaria del complesso ospedaliero di Hayatabad di Peshawar. Sei feriti si trovano in gravi condizioni, ha aggiunto la stessa fonte.

18 gennaio
Intifada, due israeliane accoltellate: una morta, una ferita. Un civile uccide uno dei sicari – Continua l’Intifada dei coltelli. Un palestinese è stato ucciso da un civile armato dopo che aveva accoltellato una israeliana incinta in Cisgiordania, a Tekoa a sud di Gerusalemme. Lo ha riferito l’esercito israeliano che ha aggiunto che la vittima, una trentenne, è in gravi condizioni. La donna è stata aggredita all’interno di un magazzino di vestiti dell’insediamento.  E’ stata trasportata al Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme, dove versa in condizioni serie ma stabili. L’esercito sta setacciando l’intera aerea per vedere se ci sono complici. Agli abitanti di Tekoa è stato ordinato di chiudersi in casa. E’ il secondo attacco a colpo di coltello in poche ore. Segue infatti quello di ieri: un palestinese ha accoltellato a morte una donna nella sua casa nel villaggio Otniel, a sud di Hebron. L’aggressore è fuggito e una massiccia caccia all’uomo è in corso per arrestarlo. Attacchi che fanno parte della cosìdetta intifada dei coltelli, che vede alcuni palestinesi attaccare, armati di coltello, israeliani.17 GENNAIO
Kabul, razzi contro ambasciata italiana: ferite 2 guardie afghane – Due razzi sono caduti vicino all’ambasciata italiana a Kabul nel tardo pomeriggio di domenica. Forze di sicurezza e vigili del fuoco sul posto. Non è chiaro se l’ambasciata fosse l’obbiettivo del razzo, che sarebbe comunque caduto all’esterno. I talebani avrebbero rivendicato l’attacco, fanno sapere i media afghani. Ferite due guardie di sicurezza afghane, riferisce Tolo News. Le loro condizioni non sono gravi.«Allo stato delle cose non abbiamo motivi per ritenere che si tratti di un attacco diretto contro di noi. Siamo tutti salvi, stiamo tutti bene» ha fatto sapere all’Ansa l’ambasciatore Luciano Pezzotti. Lui stesso ha poi spiegato che «Un ordigno di imprecisata natura è esploso fa all’esterno del compound della Cooperazione italiana, sullo stesso viale dove, a circa 200 metri, si trova la sede dell’ambasciata d’Italia». I razzi hanno colpito la zona di Shashdarak, dove si trovano uffici diplomatici ed edifici residenziali. Secondo quanto riferito da fonti di sicurezza all’agenzia Xinhua all’interno dell’ambasciata sarebbe scoppiato un incendio.

Jalabad, kamikaze fa strage in casa di un politico locale: 14 morti- Nella provincia orientale afghana di Nangarhar, nella città di Jalalabad, almeno 14 persone sono morte e 13 sono rimaste ferite oggi in seguito a un attentato suicida. Lo ha detto il portavoce del governatore locale, Attaullah Khogyani, spiegando che un kamikaze si è fatto esplodere nel complesso residenziale di un membro del Consiglio provinciale – Obaid Shinwari – uccidendo molti ospiti dell’uomo politico che erano stati invitati per recitare il Corano. L’attentato, che segue di pochi giorni di distanza quello al consolato pachistano della stessa città e all’aeroporto di Kabul, non è ancora stato rivendicato. I talebani hanno negato ogni responsabilità. Il portavoce dei talebani Zabiullah Moudjahid, ha assicurato che i ribelli non hanno organizzato l’attacco avvenuto alla vigilia di un incontro a Kabul fra talebani e esponenti del governo per rilanciare il processo di pace.

Orrore in Siria: centinaia di morti e di rapiti nell’attacco dell’Isis a Deir Ezzor – I militanti dello Stato islamico hanno rapito oltre 400 civili in Siria, dopo un massacro compiuto a Deir Ezzor, nell’Est del paese. Secondo l’agenzia Sana, i jihadisti avrebbero ucciso 300 persone, “in maggioranza donne, bambini e anziani”, mentre l’Osservatorio nazionale per i diritti umani parla di almeno 135 morti, 85 civili e 50 combattenti del regime siriano. Se confermata, sarebbe una delle più grandi stragi commesse in un unico giorno in quasi cinque anni di guerra civile in Siria. Mentre è di queste ore la notizia che 40 civili, fra i quali molti bambini, sono morti nel corso dei raid a Raqa. Deir Ezzor,  la capitale dell’omonima provincia, ricca di petrolio e confinante con l’Iraq, è controllata dagli uomini fedeli al governo siriano. Combattimenti sono avvenuti in diversi quartieri della città e nella rivendicazione del “grande attacco”, l’Is ha comunicato che i suoi miliziani hanno preso il controllo di Al-Baghaliyeh, periferia nord della città. E’ è proprio qui che sarebbe avvenuto il massacro di civili. Secondo l’Osservatorio, ora l’Is controlla ora circa il 60% di Deir Ezzor. Le persone sequestrate sono state portate in altre aree controllate del gruppo terroristico. Intervistando testimoni locali, l’agenzia stampa Sana parla di “un massacro”
Fonte: La Repubblica

16 GENNAIO
BURKINA FASO: TRA I 29 MORTI NELL’ASSALTO ALL’ALBERGO UN PICCOLO ITALIANO – Almeno 29 morti e 150 feriti di 18 nazionalità diverse, 126 ostaggi liberati dopo un lungo scontro a fuoco: è questo il tragico  bilancio dell’attacco terroristico avvenuto stanotte a Ougadougou, capitale del Burkina Faso. Tra le vittime c’è anche un bambino italiano di 9 anni figlio del proprietario del bar prospiciente l’albergo assaltato. Un gruppo di persone armate ha preso d’assalto l’hotel Splendid e il caffè-ristorante “Le Cappuccino”, frequentati da occidentali e in particolare da personale dell’Onu. L’attacco, scattato con l’esplosione di due autobomba, è stato rivendicato da Aqim (Al Qaeda Maghreb Islamico). Alcuni terroristi si sarebbero registrati all’hotel fingendosi normali clienti. L’esercito del Burkina Faso ha terminato l’assalto all’hotel Splendid e al caffè Cappuccino, situato di fronte l’albergo. Le forze di sicurezza del Burkina faso hanno dichiarato conclusa l’operazione svolta presso le due strutture, mentre continuano invece le operazioni di perlustrazione del quartiere, nel centro di ouagadougou, alla ricerca di eventuali altri terroristi in fuga. Il ministro dell’Interno, Simon Compaoré,  ha precisato che 4 jihadisti sono stati uccisi: tra loro due donne. Tre dei terroristi sono stati uccisi all’Hotel Splendid (tra loro le due donne) e uno all’Hotel Yibi sabato mattina. Al momento la situazione rimane ancora molto fluida. Secondo fonti della sicurezza del Burkina Faso, un componente del commando jihadista è riuscito a barricarsi all’interno del bar Taxi Brousse, nei pressi dell’Hotel Splendid e del ristorante Cappuccino. Nelle sue mani ci sarebbero degli ostaggi, come hanno riferito alcuni di loro che sono riusciti a fuggire. Fonte: La Repubblica

Prosegue il diario del terrore e della violenza politica nel 2016. Qui potete leggere i fatti dei primi quindici giorni dell’ anno. All’inizio di quest’impresa qualche amico ha richiamato l’attenzione sulla necessità di definire le categorie. Il massacro odierno in Siria è una buona occasione per capire come la guerra asimmetrica dell’Isis, abolendo del tutto la categoria di popolazione civile, è dentro e oltre l’orrore del secolo breve e, al tempo stesso, la massima espressione del terrorismo del terzo millennio. 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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