15 gennaio, autobomba qaedista fa strage di soldati kenyoti in Somalia: 60 morti
15 gennaio
Autobomba qaedista fa strage di soldati kenyoti in Somalia: 60 morti -I terroristi islamici al-Shabaab sono riusciti a penetrare dentro una base dell’Unione Africana a Ceel Cado, nel Sud della Somalia, a circa 550 chilometri da Mogadiscio, scagliando un’autobomba contro le mura. L’esercito somalo non ha fornito alcun bilancio di vittime, ma secondo la Bbc i morti sono almeno 60 tra i militari keniani delle forze di peacekeeping dell’Ua. Nato nella seconda metà degli anni Duemila, il gruppo al-Shabaab, che in arabo significa “gioventù”, dal febbraio 2012 è affiliato ad al-Qaeda. Deposto dal controllo di Mogadiscio a metà 2011, il feroce gruppo terroristico è insediato in vaste aree rurali somale da cui lancia operazioni di guerriglia e attentati kamikaze, sia in Somalia che in Kenya.
14 gennaio
Offensiva dell’Isis nel centro di Giacarta: morti 5 terroristi e 2 civili
Continuano le stragi Isis. Stavolta teatro dell’offensiva islamista l’Indonesia. Una serie di forti esplosioni a Giacarta nel centro della città, in una zona commerciale e nei pressi della sede Onu. I morti sono almeno sette (con diversi feriti), inclusi cinque attentatori, ha detto la polizia. Tra loro un cittadino olandese che lavorava per le Nazioni Unite e un indonesiano. Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Aamaaq legata allo Stato islamico, l’Is ha effettuato gli attacchi, colpendo cittadini stranieri e forze di sicurezza: “Combattenti dello Stato Islamico hanno effettuato un attacco armato stamattina prendendo di mira i cittadini stranieri e le forze di sicurezza accusati di proteggerli nella capitale indonesiana”, riferisce Aamaaq. Nel corso dell’ultimo mese le forze di sicurezza indonesiane avevano sventato numerosi attentati.
13 gennaio
CAMERUN, DUE KAMIKAZE NIGERIANE FANNO STRAGE IN MOSCHEA: 10 MORTI – Due donne kamikaze hanno attaccato una moschea in Camerun, nei pressi del confine nigeriano, uccidendo dieci persone, nella prima delle stragi islamiste che hanno insanguinato la giornata odierna. L’attentato è stato compiuto nella città di Kolofata e si pensa che le kamikaze siano venute dalla Nigeria passando il confine qualche giorno fa. Dall’anno scorso il Camerun, come anche il Ciad e il Niger, sono stati obiettivo di attacchi da parte del gruppo terrorista islamico nigeriano Boko Haram affiliatasi l’anno scorso all’Is e Kolofata è stata più volte attaccata. In sei anni, i Boko Haram hanno ucciso migliaia di persone in Nigeria e paesi confinanti. Il Camerun è uno dei cinque paesi che forniscono truppe alla forza regionale che combatte la formazione terroristica .
PACHISTAN, STRAGE TALEBANA DI POLIZIOTTI AL CENTRO ANTIPOLIO DI QUETTA – Quindici persone sono morte, tra cui 14 poliziotti e un passante ed altre 10 sono rimaste ferite (alcune gravemente) in Pakistan a seguito di un attentato kamikaze avvenuta vicino ad un centro antipolio di Quetta, capoluogo del Baluchistan. L’esplosione è stata seguita da una fitta sparatoria. I talebani pachistani hanno rivendicato l’attacco. Lo riferisce un portavoce del gruppo armato del Tehrik e Taliban Pakistan (TTP) con un messaggio su Twitter. Nel messaggio il portavoce Muhammad Khurassani ha scritto che una “unità speciale del Ttp ha messo a segno con successo la sua azione a Satellite Town di Quetta causando numerosi morti e feriti”
12 gennaio – Strage dell’Isis contro il turismo turco: 10morti a Istanbul – Sono almeno 10 i morti e 15 i feriti in seguito a un’esplosione avvenuta poco le 9 del mattino nel cuore turistico di Istanbul, vicino alla moschea Blu e a quella di Santa Sofia. “È stato un kamikaze di origine siriana a compiere l’attacco”, ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. In realtà si tratta di un cittadino arabo saudita entrato dalla Siria e identificato immediatamente dalle impronte digitali lasciate all’atto della richiesta d’asilo. Lo scoppio è avvenuto nei pressi dell’obelisco di Teodosio in piazza Sultanahmet, conosciuta in tutto il Mondo per i suoi monumenti e visitata ogni giorno da migliaia di turisti. Tutte e dieci le vittime sono tedesche, facenti parte di un gruppo di 33 turisti ma è anche possibile che non fossero il bersaglio designato. A quanto risulta, infatti, ad agire è stata una coppia di kamikaze. Quando la polizia presente in piazza si è diretta verso di loro, l’uomo ha puntato il gruppo più vicino causando la strage e consentito alla donna di allontanarsi. Immediata la reazione dello Stato turco: decine di arresti tra cui tre cittadini russi sospettati di supporto all’Isis.
11 gennaio
Assalto Is a un centro commerciale in quartiere sciita di Baghdad: decine di vittime – Le milizie jihadiste dello stato Islamico (Is) hanno rivendicato in un comunicato diffuso su internet l’attacco contro il centro commerciale di Baghdad, costato la vita ad almeno 18 persone e in cui ne sono rimaste ferite altre 50. I militanti hanno fatto sapere che quattro di loro hanno preso di mira un raduno di “pagani negazionisti”, termine dispregiativo per indicare i musulmani sciiti. Infatti il centro commerciale Jawaher si trova nel quartiere musulmano prevalentemente sciita di Bagdad al Jadida. I jihadisti affermano di aver fatto 90 vittime tra morti e feriti.
10 gennaio –
Bombardato nello Yemen ospedale di Medici senza frontiere – Un altro ospedale supportato da MSF è stato colpito nel nord dello Yemen causando almeno quattro morti e dieci feriti e il crollo di diversi edifici della struttura medica.Tre feriti sono dell’equipe di MSF di cui due in condizioni critiche. Secondo lo staff di MSF sul campo, alle
9:20 è stato colpito l’ospedale di Shiara nel distretto di Razeh dove MSF sta lavorando da novembre 2015. MSF non può confermare l’origine dell’attacco ma sono stati visti degli aeroplani volare sulla struttura proprio in quel momento. Almeno un missile è caduto vicino all’ospedale. Tutto lo staff e i pazienti sono stati evacuati e i pazienti trasferiti all’ospedale Al Goumoury a Saada, supportato da MSF.
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Un marocchino asylanten in Germania l’assalitore di Parigi – . Il marocchino ucciso giovedì a Parigi mentre era in procinto di compiere un attentato in un commissariato viveva in un alloggio per richiedenti asilo nella tedesca Reklingenhausen e sulla parete della casa aveva dipinto una bandiera nera dell’Is, davanti al quale si era fatto fotografare. Lo riportano i media tedeschi riferendo delle indagini in corso in Germania. Secondo il domenicale del quotidiano tedesco Die Welt, che cita fonti della sicurezza, l’uomo ucciso davanti al commissariato francese era registrato in Germania sotto quattro nomi diversi. Aveva presentato richiesta di asilo con il nome di Walid Salihi.
9 gennaio – CISGIORDANIA, UCCISI DUE “SICA
RI” PALESTINESI A UN CHECK POINT – In Cisgiordania due palestinesi sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre tentavano di accoltellare dei soldati israeliani, nei pressi dell’insediamento di Bekaot. Lo riferiscono fonti dell’esercito di Israele. E’ accaduto questa mattina al checkpoint di Bekaot, nell’alta valle del Giordano. Le Forze di difesa israeliane hanno affermato che i soldati stavano svolgendo attività di sicurezza di routine al valico quando sono stati assaliti. I militari, illesi, hanno sparato e ucciso i due aggressori. La cui morte è stata confermata dal ministero della Salute palestinese. Dall’inizio di ottobre, gli assalti all’arma bianca, gli investimenti in auto e le sparatorie ad opera dei palestinesi è costata la vita a 21 israeliani e a un cittadino americano. La reazione delle forze di sicurezza della Stella di Davide e degli israeliani armati ha determinato la morte di 139 palestinesi, 80 dei quali descritti dalle autorità di Tel Aviv come “aggressori”. Altri palestinesi sono invece deceduti a seguito degli scontri con l’esercito e la polizia israeliana.
8 gennaio
ASSALTO AL RESORT IN EGITTO, SCONFITTO IL COMMANDO – Attacco a un paradiso delle vacanze in Egitto, sul Mar Rosso. Almeno due uomini armati – tre secondo alcune fonti -hanno provato ad assaltare l’hotel Bella Vista a Hurghada. Gli attentatori sono stati neutralizzati dalle forze di sicurezza. Il ministero dell’Interno ha reso noto che tre turisti, due austriaci e uno svedese, sono stati feriti lievemente con armi da taglio e sono stati ricoverati in ospedale. Ancora confuse le notizie sulla sorte degli assalitori. Per alcuni mezzi di informazione locali sono stati tutti uccisi, mentre la polizia riferisce che uno – Mohamed Hassan Mahfouz, 21anni – è stato ucciso e un altro è rimasto ferito in modo grave (ed è poi morto). Per il ministro del Turismo Hisham Zazou, non si è trattato di un attacco terroristico ma di un tentativo di rapina ma altre fonti di stampa affermano che i due fossero dotati di esplosivo.
PHILADELFIA, AGGUATO A POLIZIOTTO, ASSALITORE INVOCA ISIS – Un uomo armato ha teso un agguato ad un poliziotto, ferendolo. L’assalitore, ha riferito il capo della polizia, “ha tentato di giustiziare” l’agente. Secondo fonti di polizia l’assalitore, arrestato, ha detto di avere agito “in nome dello Stato Islamico” e per “l’Islam”. L’agente, colpito più volte, è riuscito a rispondere al fuoco, colpendo l’assalitore che è poi stato catturato dalla polizia. L’assalitore sarebbe il 30enne pregiudicato Edward Archer di Yeadon, in Pennsylvania. L’uomo al momento dell’aggressione all’agente era vestito con una “tunica musulmana” e “indossava una maschera”. L’arma usata da Archer era una pistola della polizia rubata nel 2013, una 9mm semi automatica. “È una delle cose più spaventose che abbia mai visto”, ha detto Ross, aggiungendo che “quest’uomo ha tentato di giustiziare l’agente”. Il poliziotto, Jessie Harnett, 33 anni, è stato colpito mentre si trovava all’interno della sua auto di servizio ad un incrocio stradale”. L’assalitore si è avvicinato all’auto sparando. Nonostante le ferite, Harnett è uscito dall’auto ed ha risposto al fuoco, colpendo l’assalitore”.
UCCISO IN UNO SCONTRO A FUOCO IL KILLER DEL PUB DI TEL AVIV – È stato ucciso in uno scontro a fuoco il killer arabo-israeliano che una settimana fa ha ucciso tre persone a Tel Aviv. La notizia è stata data dalla radio militare e poi confermata dalla stessa polizia israeliana. Secondo quanto riferito, l’uomo, Nashat Melhem, è stato trovato in una moschea di Um el-Fahem, nel nord di Israele, dove secondo la stampa era nascosto da venerdì. Lì è stato freddato dagli agenti. «Il terrorista è stato rintracciato in un edificio di Arara, è uscito dall’edificio sparando verso le forze di sicurezza, è stato colpito ed è rimasto ucciso», è la ricostruzione fornita dalla polizia israeliana, che ha fatto sapere anche che nessun agente è rimasto ferito nella sparatoria. È stato poi lo Shin Bet, i servizi segreti interni, ad aggiunge che Melhem ha sparato sugli agenti con un fucile Falcon, lo stesso utilizzato la settimana scorsa per l’omicidio di due avve
ntori di un pub di Tel Aviv e di un tassista, ucciso durante la fuga.
CAPODANNO A COLONIA: 31 fermi, 18 sono profughi – A una settimana esatta dalle violenze contro centinaia di donne a Colonia durante la notte di Capodanno la polizia tedesca ha fermato 31 sospetti. Tra questi anche 18 profughi, un elemento destinato a mettere in difficoltà il cancelliere Angela Merkel e la sua politica delle porte aperte ai profughi. A riferirlo è il portavoce del ministero dell’Interno tedesco, Tobias Plate, che durante una conferenza stampa ha aggiunto che la maggior parte dei 32 atti criminali documentati dalla polizia federale nella notte riguarda il furto e lesioni personali. Tre riguardavano aggressioni sessuali. I 31 sospetti sono stati interrogati: nove sono di origine algerina, otto provenivano dal Marocco, cinque dall’Iran e quattro dalla Siria. Tra loro anche due cittadini tedeschi, un iracheno, un serbo e un cittadino degli Stati Uniti. Sono sospettati per lo più di furti e lesioni corporali. Finora nessuno dei 18 profughi identificati è collegato a casi di molestie sessuali. Ci sono anche tre denunce per delitti sessuali rispetto alle quali non vi sono per ora dei sospettati, dice il ministero dell’Interno. La polizia ha fatto sapere di aver arrestato un ragazzino di 16 anni e un giovane di 23 anni di origine nordafricana. Secondo il giornale Bild, diversi uomini di origine straniera sono stati fermati ieri sera dalla polizia locale. In tutto per la notte di Capodanno la polizia ha ricevuto 170 denunce, 120 di natura sessuale.
7 gennaio
Arabo ucciso a Parigi dalla polizia. Forse preparava un assalto – Un uomo armato, dell’apparente età di 30 anni, ha tentato di fare irruzione nel commissariato di polizia di Goutte d’Or nel 18esimo arrondissement di Parigi, nei pressi della fermata della metropolitana di Barbes. Secondo il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, che si sta recando sul posto, l’uomo, che avrebbe tentato di aggredire un agente, indossava quello che sembrava un giubbotto esplosivo e ha gridato «Allah è grande». L’uomo aveva con sè un grosso coltello da macellaio, visibile anche nelle foto scattate sul posto. Secondo i media francesi, che citano fonti investigative, la finta veste esplosiva, che indossava sotto il giubbotto, era costituita da un marsupio con un cavo pendente; una fonte giudiziaria ha spiegato che «non conteneva esplosivo». Addosso all’uomo, ha spiegato il procuratore di Parigi François Molins, è stato ritrovato un telefono cellulare e foglio con una bandiera dello Stato Islamico e una rivendicazione «inequivocabile» scritta in arabo. «Prematuro parlare di atto terroristico» fa sapere il ministero dell’Interno, che fa sapere che l’uomo, che non aveva addosso documenti d’identità «avrebbe agito da solo». Gli inquirenti stanno esaminando il suo telefono cellulare. Perquisizioni sono comunque in corso in alcuni edifici della zona, alla ricerca di eventuali complici. Fonte Corriere della Sera
Autobomba dell’Isis in Libia: uccisi decine di poliziotti – Decine di persone sono morte per un attentato nella città di Zlitan, sulla costa del Mediterraneo nell’ovest della Libia, a circa 35 chilometri da Misurata. Fonti ufficiali parlano di 60 poliziotti. L’esplosione, provocata da un camion imbottito di esplosivo, ha colpito il centro di addestramento della polizia giudiziaria di Al-Jahfal nella zona Suq al Thulatha. La deflagrazione è avvenuta alle otto del mattino ora locale mentre numerose reclute si affollavano davanti all’ingresso del centro e per questo il numero delle vittime è molto alto. Nel centro si stavano addestrando in questi giorni 400 reclute della guardia costiera. Il portavoce dell’ospedale di Zliten ha riferito di aver ricevuto già numerose salme provenienti dal luogo dell’attentato, ed ha lanciato un appello per una raccolta di sangue, mentre è stata smentita la notizia dell’esplosione avvenuta in un secondo punto della città. L’attentato non è stato ancora rivendicato ma si teme che possa essere opera dell’Isis, che in Libia sta guadagnando terreno, approfittando anche delle divisioni del Paese. Secondo Aamaq, gruppo editoriale collegato all’Isis, l’attentato è «operazione di martirio», che tuttavia non rivendica direttamente l’attentato terroristico. Condanna «nei termini più duri» è stata espressa dall’inviato Onu in Libia, Martin Kobler, che ha commentato sul suo account Twitter l’«attacco kamikaze» contro una base della polizia a Zintan, che ha provocato decine di morti. Il diplomatico tedesco ha quindi lanciato un appello a «tutti i libici» affinché siano «uniti nella lotta contro il terrorismo. Fonte Corriere della Sera
Attaccato in Egitto pullman di turisti israeliani – Colpi d’arma da fuoco contro un pullman di turisti di fronte all’hotel Barcelo Cairo Pyramids, a Giza, a sudovest del Cairo, non lontano dall’area delle piramidi. Secondo quanto si apprende dalla stampa locale, l’attacco non ha causato vittime e le forze di sicurezza hanno arrestato uno degli assalitori, mentre l’altro sarebbe fuggito. Il giorno dopo l’attacco è stato rivendicato dall’Isis
6 gennaio – Colonia: polemiche e allarme in Germania per le violenze sessiste nella notte di Capodanno I fatti risalgono alla notte di Capodanno ma è solo con il passare dei giorni che si sono delineati nella loro gravità conquistando le prime pagine dei giornali di tutta Europa. Un migliaio di immigrati descritti genericamente come “di aspetto nordafricano o arabo” hanno festeggiato l’anno nuovo radunandosi nella zona della stazione di Colonia, ubriacandosi e praticando violenze di vario genere (rapine, palpeggiamenti, in almeno un caso accertato stupro) contro tutte le donne di passaggio (più di novanta le vittime che hanno sporto denuncia ma sicuramente un certo numero si sono sottratte a questo inutile rito), in una sorta di diritto di preda dentro un territorio occupato senza che le forze dell’ordine capissero e reagissero. Ancora la mattina del primo gennaio le prime dichiarazioni della polizia parlavano di una notte tranquilla. A complicare la cosa è il dato politico che Colonia si rappresenta come città modello dell’accoglienza, avendo eletto poche settimane sindaco la responsabile delle politiche dell’immigrazione, accoltellata alla vigilia del voto da uno xenofobo. Sul carattere organizzato delle violenze sessiste non ci sono gruppi: gli uomini agivano in squadrette di cinque, tampinando le vittime per centinaia di metri. Episodi simili si sono registrati anche a Stoccarda e Amburgo. Un aspetto contraddittorio va sistemato: se l’attacco alla libertà delle donne, caposaldo della civiltà occidentale, può essere ricondotto alla più recente agenda politica dell’islamismo radicale, resta il fatto dell’ubriachezza di massa, che non risponde propriamente a un rigoroso stile di vita musulmano. Ma abbiamo già avuto modo di notare elementi di contaminazione nei militanti cresciuti in Europa
4 gennaio – Iraq: attaccate tre moschee sunnite – Tre moschee sunnite sono state attaccate nella provincia irachena di Babil, dopo che sabato uno sceicco sciita è stato ucciso nel corso di una esecuzione di massa in Arabia Saudita. Lo ha fatto sapere una fonte della sicurezza irachena locale. Uomini armati con indosso uniformi militari, ha raccontato, hanno lanciato esplosivi contro una moschea a Hilla, mentre miliziani hanno fatto esplodere ordigni in due edifici religiosi islamici nel villaggio di Sinjar e a Iskandriyah. Le forze di sicurezza irachene sono intervenute e hanno aumentato le misure di sicurezza, nel timore di rappresaglie tra le comunità sciite e sunnite dell’area. Leggi tutto
Kabul, attentato suicida all’aeroporto – Una forte esplosione è avvenuta all’aeroporto internazionale di Kabul. Secondo i media locali si tratterebbe di un kamikaze che a piedi si è fatto esplodere vicino ad un checkpoint della polizia afgana.L’unica vittima dell’attentato è il miliziano che si è fatto esplodere. Nel suo mirino vi era un convoglio di militari stranieri ma l’attacco è fallito.
Sud Libano, bomba Hezbollah contro pattuglia Mossad – Le milizie sciite libanesi di Hezbollah hanno fatto esplodere un ordigno al passaggio di una pattuglia israeliana, presso l’area contesa delle fattorie di Sheeba nella zona del Monte Dov, lungo la ‘linea blu’ di cessate il fuoco che divide i due Paesi. A bordo della vettura, riferisce la rete al Arabiya, c’erano agenti del Mossad. Al momento non si hanno notizie di vittime. Israele ha risposto cannoneggiando due villaggi.
3 gennaio – Iraq: kamikaze in azione – Cinque attentatori suicidi hanno attaccato oggi la base militare Camp Speicher, a nord di Baghdad, uccidendo almeno 15 membri delle forze di sicurezza e ferendone altri 22. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis. La base è la stessa in cui nel giugno 2014, durante l’avanzata proprio dei terroristi islamici, oltre 1000 reclute vennero massacrate dai jihadisti. Leggi tutto
Oregon: miliziani occupano edificio federale. Tornano alla ribalta le Milizie del NordOvest, gli ultimi eredi del populismo della Frontiera, in perenne lotta contro il governo federale. Questa volta l’occasione è stata la condanna più severa inflitta dal tribunale federale a due allevatori già moderatamente puniti dalla corte locale (hanno già scontato tre mesi e un anno di carcere) per gli incendi ai pascoli, appiccati molti anni fa (nel 2001 e nel 2006) per bloccare la proliferazione di erbacce nocive e proteggere le proprie mandrie. 150 dimostranti armati hanno occupato un edificio governativo sperduto, in un parco naturale e minacciano di restarvi asserragliati per un anno. Leggi tutto
Ryad/Teheran: sciiti in rivolta dopo l’esecuzione del leader in Arabia Saudita – L’Arabia Saudita innesca un nuovo violentissimo scontro settario tra sciiti e sunniti che infiamma il Medio Oriente. Tutto comincia a Riad con un numero di esecuzioni capitali record – ben 47 – tra cui quella di un noto leader degli sciiti, Nimr al Nimr, l’uomo che nel 2011 aveva cercato di portare nella Provincia orientale, l’unica a maggioranza sciita, gli ideali della primavera araba. Un atto che scatena la rabbia dell’Iran e le proteste delle fazioni sciite in Iraq, Libano, Yemen e Bahrein e in molti altri paesi musulmani. E così a Teheran viene presa d’assalto l’ambasciata saudita – ma poi la polizia iraniana arresta 40 manifestanti – mentre a Mashad, nel nord dell’Iran, viene incendiato il consolato. Riad convoca l’ambasciatore iraniano accusando Teheran di “sponsorizzare il terrorismo”. Dal Kashmir al Bahrein, dal Pakistan alla Turchia, passando per Londra, Baghdad e Teheran, sono numerose le manifestazioni che si sono tenute nel mondo in seguito all’esecuzione dello sceicco al-Nimr.
Tel Aviv: due ultrà ebrei incriminati, bruciarono viva una famiglia palestinese – Due ultrà ebrei sono stati incriminati oggi per il rogo in cui il 31 luglio scorso a Duma, in Cisgiordania, morirono tre membri di una famiglia palestinese, tra i quali un bambino di un anno e mezzo. Il ventunenne Amiram Ben Oliel è stato formalmente accusato di omicidio. L’altro, un minorenne la cui identità non è stata resa nota, di complicità in omicidio. Altri tre estremisti, riferisce radio Gerusalemme, sono stati incriminati per vari episodi di violenza, fra cui uno a danno della Chiesa della Dormizione a Gerusalemme. Sono accusati di far parte di una “organizzazione terroristica”, ispirata ad una “ideologia razzista e nazionalista”
2 gennaio – Uomini armati hanno attaccato una base aerea indiana nel Nord del Paese, al confine con il Pakistan. C’è stato uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza. I quattro aggressori sono stati uccisi. Per diverse ore, alcuni di loro erano riusciti ad asserragliarsi all’interno dell’edificio. Ma ora la controffensiva dei militari ha posto fine all’attacco. Nell’azione sono morti due soldati, mentre cinque sono rimasti feriti. Fonti aeronautiche locali hanno detto che gli elicotteri e ogni altro materiale sensibile presente nella base “sono al sicuro”, così come lo è “l’intera area tecnica che è circondata dalle forze di sicurezza”. Secondo fonti militari indiane, i terroristi appartenevano al gruppo islamico Jaish-e-Mohammed ed erano kamikaze.Il blitz è avvenuto a Pathankot, circa 430 chilometri a nord di New Delhi, ha detto l’ufficiale di polizia Ashwini Kumar. Pathankot si trova sulla strada che collega il Kashmir – alla base di due guerre tra India e Pakistan – e il resto del paese. L’assalto è cominciato alle 3.30 del mattino. L’attacco somiglia a un’incursione avvenuta lo scorso anno in una città di confine del Punjab in cui morirono nove persone. In quel caso l’India accusò Islamabad di fomentare il terrorismo, infiltrando miliziani in territorio indiano. Bilancio: 6 morti, 5 feriti Fonte: La Repubblica
1 gennaio – Un arabo palestinese, a cui sono attribuiti disturbi mentali, irrompe in un bar gay nella principale strada della movida di Tel Aviv, e fa fuoco con una mitraglietta: due morti e una decina di feriti. La polizia privilegia la pista del terrorismo palestinese. Vedi l’articolo
UNA PREMESSA DI METODO
Un amico intelligente e colto, un romano da decenni trapiantato a Parigi, mi obietta, a giusta ragione, sulla mia intenzione di dedicare quest’anno il blog a una sorta di rassegna stampa del terrorismo planetario:
Ugo, questo tuo diario in fieri è sicuramente interessante e potrà servire anche in seguito come archivio, banca dati e via dicendo. Ma, prima di proseguire, ed affinché mi prepari ai contenuti del tuo lavoro, puoi descrivermi per favore la differenza tra terrorismo, lotta armata, azioni di guerra ecc ecc ?
Io gli ho risposto informalmente così, cominciando a riflettere sulle implicazioni di metodo che un’operazione così complicata implica. A partire dalla rottura critico-pratica rappresentata dall’irruzione sulla scena del radicalismo islamico che rompe la tradizionale partizione occidentale tra belligeranti e popolazione civile:
Terrorismo è il termine generico e di uso corrente che comprende molte pratiche e modalità espressive. Se si accetta la definizione di Wikipedia l’attacco di ieri a Tel Aviv è’ terrorismo sia pure con modalità guerrigliera, l’attacco di oggi in India è guerra asimmetrica. A complicare le cose arriva il fatto che l’insorgenza islamista esclude il concetto di popolazione civile e applicando ferocemente l’inimicizia assoluta moltiplica all’infinito i bersagli … Lotta armata per come la intendevamo noi è sicuramente il blitz del lupo solitario antiabortista che irrompe nel consultorio e fa morti e feriti a Colorado Springs: colpisce un obiettivo selettivo per sabotare una specifica attività da lui considerata distruttiva.
Luigi dissente da quest’ultimo enunciato, ma intanto abbiamo cominciato a fissare almeno gli assi cartesiani. E il suo stimolo mi incoraggia ad allargare il cerchio, includendo anche le espressioni insurrezionalistiche, che propriamente terrorismo non sono …
Visti gli “assi cartesiani” che avete iniziato a tracciare, non riesco bene a capire come possano i fatti di Colonia rientrare nella definizione di terrorismo.
Un’altra questione, che per me é abbastanza rilevante e attuale, é quella della Palestina. Si puó parlare di terrorismo quando c’é chiaramente uno scenario con uno stato occupante (che non rispetta gli accordi di Oslo) e un popolo oppresso?
Allargando la questione, come potremmo definire la lotta partigiana alla luce di queste definizioni (gli assi cartesiani)?
Infatti, Giovanni. La questione è ancora più complicata. Perché l’Isis è senza dubbio una potenza belligerante in Iraq e Siria, che controlla un territorio, ha una rozza organizzazione statuale eppure adotta metodi di guerra asimmetrica. A complicare ulteriormente la cosa arriva la circostanza che per la prima volta scompare del tutto la nozione di popolazione civile. Come dimostrano gli attacchi in Europa tutto è potenzialmente un bersaglio. E quindi diciamo che questo diario si occupa delle diverse forme della violenza politico-religiosa. Quanto a Colonia la discussione è aperta perché, nonostante tutto, le informazioni sono contraddittorie. Poiché sembra prevalere l’interpretazione che si sia trattata in una azione organizzata contro i corpi e la libertà delle donne va considerato come un raid politico. Tutti gli attacchi parigini del 13 novembre sono nel segno del no all’edonismo. E quindi si potrebbe pensare che dopo gli attacchi di “avanguardia” militanti radicali abbiano organizzato “ronde” punitive contro il libertinaggio … Ci sono però elementi contrastanti: la consistenza dell’aspetto predatorio, lo stato di ubriachezza dei responsabili, la diffusione dello stupro in occasione dell’Ocktoberfest. Sto leggendo molto, vorrei scrivere qualcosa perché sono convinto che la notte di Capodanno rappresenti un punto di svolta, ma non sono arrivato ancora a delle conclusioni organizzate…