25 giugno 2014: dopo 53 giorni di agonia, muore Ciro Esposito, ucciso da un ultrà fascista

Oggi, sesto anniversario della morte di Ciro Esposito 6 ulivi sono stati piantati di fronte all’autolavaggio della famiglia Esposito dove lavorava anche Ciro. “Questi ulivi rappresentano la vita e la speranza del quartiere di Scampia. Quello che accaduto a Ciro non deve più verificarsi. Basta odio negli stadi” è il monito di Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito presente con gli altri membri dell’associazione in memoria del giovane. Noi lo ricordiamo con la bellissima canzone che Nino D’Angelo gli ha dedicato due anni “L’ultrà” …
Della matrice politica della morte di Ciro Esposito ( 6 anni fa oggi) sono stato il primo a parlare. Me ne sono poi ripetutamente occupato, spingendomi un po’ oltre sul terreno delle congetture: essendo del tutto evidente che la narrazione dominante era improbabile sono giunto a ipotizzare che non fosse stato Daniele De Santis a fare fuoco. La sentenza d’appello ha stabilito che avevo torto (ha sparato De Santis) ma con qualche ragione: e infatti l’omicidio volontario diventa poco più di una bravata, i 26 anni di condanna nel primo grado quasi si dimezzano, scendendo a 16.
E’ utile riascoltare quanto, in occasione del primo anniversario dell’omicidio dopo il giudizio di secondo grado, ebbe a dire Antonella Leardi, la mamma di Ciro, che nello spiegare ai microfoni di Fanpage la sua amarezza, ricostruisce quei drammatici secondi:
Dal canale youtube di fanpage, 11 settembre 2017
Sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Roma sull’omicidio di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano ferito a pistolettate il 3 maggio 2014 dall’ultrà romanista Daniele De Santis e morto il 25 giugno seguente in ospedale. Per i giudici si tratta di una “bravata”, non ci fu aggressione dei tifosi della Roma a quelli del Napoli che stavano raggiungendo lo Stadio Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia contro la Fiorentina.
Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito alle telecamere di Fanpage.it grida la sua indignazione: “Una bravata può essere quella di un ragazzino che corre verso un cancello bussa e scappa via – dice la signora Antonella – ma non un uomo di 50 anni che esce con la pistola e non tentenna nemmeno un secondo a sparare”. La ricostruzione fatta anche attraverso i video di quel 3 maggio 2014 racconta una verità esplicitamente diversa: “Ciro accorse verso un autobus di tifosi napoletani verso cui un gruppo di romanisti lanciava bombe carta – spiega Leardi – si vede bene nei video, Ciro corre con gli altri ragazzi verso il bus, poi De Santis incita a rincorrerlo e lì Ciro in 8 secondi viene sparato”.
La pena per Daniele De Santis detto “Gastone” è scesa da 26 a 16 anni: “De Santis ha amicizie importanti, è un fascista e chi lo difende sono fascisti – prosegue la mamma di Ciro – sono in molti che lo accordano addirittura l’ex generale dei Carabinieri Garofano ha fatto una perizia di parte per De Santis, io non ho avuto tutte queste possibilità”. Infine sul futuro: “Io ho sempre creduto nella giustizia divina perché a quella non può scappare nessuno, ma umanamente ci vorrebbe anche la giustizia terrena, affinché altri ragazzi non pensino di fare una “bravata” come l’ha fatta De Santis”.
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