Adriana Faranda: Franceschini, se le Br erano infiltrate come dici perché le hai sostenute tanto?
Adriana Faranda chiede conto ad Alberto Franceschini sulle sue tesi sempre più complottiste sulla storia delle Br, pubblicate nel blog di Giovanni Fasanella:
La serie di analogie con il sequestro Moro mi sembrano, ancora una volta, impressionanti. Però quattro anni dopo, la storia si concluse in modo diverso: l’ostaggio venne ucciso all’ultimo minuto, forse addirittura mentre lo stavano liberando. Provo a formulare un’ipotesi. Con l’avvertenza appunto che la mia è solo un’ipotesi, non un fatto accertato. Intanto c’è da dire che il gioco, durante i 55 giorni del sequestro Moro, si svolgeva su una scacchiera molto più ampia e i giocatori erano molti di più, e non solo italiani. Fatta questa premessa, così come era accaduto per Sossi, penso che anche nel sequestro del presidente della Dc, dentro le Br e fuori, ci fosse qualcuno interessato sin dall’inizio alla morte dell’ostaggio. Quando però la trattativa si stava concludendo e Moro stava per essere liberato, quel qualcuno decise di sparigliare il gioco con una mossa simile per imprevedibilità alla nostra di quattro anni prima, ma opposta dal punto di vista dell’esito finale. Insomma, chi in quel momento aveva in mano Moro, anziché liberarlo, ne approfittò per ucciderlo.
L’unica dirigente che, con il suo compagno dell’epoca Valerio Morucci, si oppose decisamente all’esecuzione di Moro, pone al capo storico e fondatore delle Brigate Rosse una semplice, definitiva domanda: se pensavi che erano infiltrate perché hai continuato a sostenerle fino alla fine?
Vedo che col passare degli anni le tue “ipotesi” si fanno sempre più audaci seppur prive di fondamento… eppure sai che le cose non sono andate così. Le br non consultarono solo “i comandanti delle brigate” ma tutti i militanti, che si espressero praticamente all’unanimità per l’uccisione del presidente Moro. Moretti fu l’unico che tentò di mediare con le posizioni mie e di Valerio, che sostenevamo, in tragica solitudine, la sua liberazione. Al contrario, voi sceglieste di dare, dalle gabbie del processo, appoggio incondizionato all’organizzazione esterna. E lo stesso faceste anche dopo, quando al nostro documento di uscita dalle br, in cui venivano spiegate le nostre ragioni, voi rispondeste bollandoci come “agenti della controrivoluzione”, perché comunque la salvaguardia dell’organizzazione era più importante del sacrificio di due compagni. E per finire, dopo la spaccatura dei militanti br in partito comunista combattente e partito guerriglia vi schieraste con questi ultimi, quelli che sequestrarono e uccisero Roberto Peci, per intenderci, e deste il via alle esecuzioni in carcere. Toglimi una curiosità, Alberto… ma se eri convinto che le br fossero ormai nelle mani di infiltrati dei servizi, come mai le hai avallate e sostenute così tenacemente?
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