6 dicembre 1994: muore Gianmaria Volonté. Il ricordo di Oreste Scalzone
Posso rompere il silenzio che ora non serve più su di un gesto di libertà.
Ora che una volta di più la barca di Mayakowskij, dell’ amore, si è infranta sugli scogli della vita.
Avevo conosciuto Volonté nel 1964 a Roma, quando entrambi fummo scomunicati per aver cercato di mettere in scena a Roma l’ opera di Hockhut ‘ Il Vicario’, sul silenzio di Pio XII sull’ Olocausto.
Quindi assieme realizzammo il progetto del giornale operaista ‘ La Classe’. Dopo di allora i nostri percorsi continuarono paralleli.
Per reincontrarsi quando, ridotto come uno scheletro, lasciai il policlinico Gemelli, dove ero stato trasferito dal carcere. In quei giorni stavo decidendo una fuga forse senza fine, per non essere ostaggio. Qualcuno mi proponeva di espatriare attraverso i monti con gli sci. Poi la possibilità concreta mi venne offerta proprio da Volonté. Disponeva di una barca a vela con la quale raggiungemmo prima la Sardegna e poi la Corsica. Sulla vela della barca di Gian Maria c’era un verso di Valery che oggi in particolare mi piace ricordare. ‘ Si alza il vento, bisogna tentare di vivere’.
Così Oreste Scalzone ricorda, il giorno della sua morte, Gianmaria Volonté che gli fu vicino anche dopo la fuga in Francia. Il grande attore, infatti, supportò le sue iniziative politiche della campagna per l’amnistia per gli anni di piombo.
bello, grazie! “Si alza il vento, bisogna tentare di vivere” era anche uno dei motti del 68 francese, mi pare..
Bel ricordo